La Giuria, presieduta dalla giornalista e scrittrice Manuela Caracciolo e composta da Giuseppe Contorno, sindaco di Revigliasco, Michelino Musso, responsabile del Progetto culturale e delle Comunicazioni Sociali della Diocesi di Asti, Riccardo Fassone, autore e regista di testi teatrali e Liliana Nosenzo responsabile della biblioteca comunale “Vittorio Alfieri” di Revigliasco, dopo un’attenta disamina dei 145 racconti giunti da ogni parte d’Italia ha proclamato i seguenti vincitori:
1° I DONI CHE NON SI COMPRANO di Alberto Sartoni (Roma), che si aggiudica il premio di 200 euro e targa.
Nel racconto “I doni che non si comprano”, emerge la figura disillusa e articolata di un uomo alle prese con una vita di espedienti, che nella notte Santa riscopre la ricchezza del donare. E dopo quella notte e l’incontro con un personaggio generoso ed enigmatico dà una svolta alla sua vita, all’insegna della generosità, per redimere se stesso, per dimostrare che nessun errore è irrecuperabile.
Con un linguaggio diretto e senza fronzoli e un climax efficace, il racconto narra una vicenda di altruismo, di redenzione, di perdono. Perché gli incontri che cambiano l’esistenza avvengono anche in una notte buia, nel silenzio di una chiesa… E come scrive Gianni Rodari “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano”.
2° IL NATALE DI GIULIO di Loredana Conti (Ladispoli, Roma): 100 euro e targa;
Il Natale di Giulio trasporta con immagini chiare e ben descritte l’esistenza del protagonista, pensionato da poco e vedovo, alle prese con una solitudine che è diventata la sua compagna.
Ma è un giorno di festa, quel 25 dicembre, vigilia di una vita nuova. Giulio comprende che la gioia del Natale deve essere condivisa proprio con quelle persone che, come lui, non hanno apparentemente nessuno con cui spartire un pasto, un sorriso, l’atmosfera magica di una “famiglia” riunita. E poco importa se gli invitati alla tavola sono appena conoscenti.
Un racconto che fa emergere i valori genuini, che ci ricorda l’importanza della generosità e dell’accoglienza. Sempre, non solo a Natale.
3° NATALE DENTRO di Alessandro Cozzi (Milano): abbonamento annuale alla rivista letteraria “L’Indice dei Libri del Mese” e targa.
La narrazione di questa commovente storia vera ci riporta, con un uso delle parole dosato e calzante, ad una profonda riflessione sulla festa del Natale, senza cadere in buonismi o banalità o retorica. Chi vive questo momento dell’anno dietro le sbarre di una prigione non percepisce l’atmosfera che regna fuori, compreso il consumismo che spesso snatura il vero significato del Natale. Ed è proprio in un luogo spoglio e povero di addobbi che può avvenire il miracolo: la riscoperta del valore di un rito sacro, di una gioia che non ha nulla a che vedere con i regali, le tavole imbandite, le luci colorate.
Il protagonista, e voce narrante, ci trasporta in una dimensione raccolta, dove si ricrea la vera essenza natalizia attraverso un piccolo presepe e un gruppo di uomini soli, lontani da affetti e ricchezze che ritrovano il calore della festa condividendo una preghiera ed il raccoglimento.
Menzioni:
IL PERDONO di Luigi Guicciardi (Modena): attestato.
In questo racconto, narrato con efficacia e scorrevolezza, il protagonista è un uomo semplice, che si trova in una situazione di disagio e che subisce l’umiliazione da parte di una società che non lo accetta. La fuga da quel luogo è la sua soluzione temporanea, ma l’invidia e l’odio hanno attecchito come piante velenose nel suo animo, fino a quando non trova il coraggio di perdonare la cattiveria altrui, scoprendo che la natura dell’uomo non si basa sul disprezzo, ma sull’ accoglienza.
Nel suo percorso l’uomo ritrova la pace con se stesso e con gli altri, insieme alla via che lo conduce a casa. Insomma, una favola a lieto fine che indaga i sentimenti, anche quelli più oscuri e insegna che il perdono, spesso, è la scelta più difficile.
PUOI FIDARTI DI PIU’ di Silvia Caramellino (Chivasso, Torino): attestato.
Un Natale che non ha nulla di ciò che dovrebbe essere. Non ci sono alberi addobbati, bambini felici, tavole imbandite, famiglie riunite. Nemmeno una candela. C’è invece la storia cruda e reale di Baba, un bambino emigrato in viaggio sul barcone che solca un mare. Un mare che ha già inghiottito le sue speranze, oltre ai suoi cari. Con crudezza e assoluto realismo, la vicenda narra una storia a noi nota, ogni giorno, ma che spesso si ignora: quella di una traversata per la speranza, per la salvezza, per un diritto che tutti hanno, quello di vivere. Alla fine della storia che colpisce come uno schiaffo in piena faccia, resta una preghiera sommessa, come una litania, una piccola impronta di speranza, nonostante tutto il dolore.