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Contenuto della lezione
Il dialogo in letteratura svolge cinque diverse funzioni. Scopriamo insieme quali.
1- Comunica fatti e informazioni importanti per la storia
Se ad un livello più superficiale, il dialogo altro non è che l’espressione dei pensieri dei personaggi nella storia, ad uno più profondo rivela informazioni utili per capire cosa sta accadendo nella storia, o cosa sta per accadere.
Facciamo un esempio.
Questa è la storia: abbiamo degli ex studenti di un liceo che decidono di fare una bella riunione tra ex studenti. I due protagonisti, Marta e Giacomo, si incontrano. Ma hanno un passato che li lega. Potremmo iniziare la storia in questo modo.
Vide Marta da lontano e subito un fuoco lo prese allo stomaco. Erano quindici gli anni che erano passati dalla notte in cui aveva deciso di non chiamarla più. Come aveva fatto a dimenticare che poteva esserci anche lei? Era ovvio che avrebbe finito per incontrarla.
Fece per andare via, ma c’era talmente tanta folla all’entrata che faticò ad avanzare di qualche passo.
Giacomo sentì un tocco dietro la sua spalla. Era lei.
Questa è la nostra storia. È semplice. Funziona. Dice quello che deve dire. Adesso però rileggiamo la stessa scena, lasciando al dialogo l’arduo compito di spiegare la relazione tra i due.
Sentì un tocco dietro la sua spalla.
«Ciao Giacomo»
«Ciao Marta». Un fuoco lo prese allo stomaco. «Strano incontrarsi qui… per caso, no?»
«Beh, se “per caso” intendi “nonostante ogni tua mossa fatta per evitarmi”, allora hai ragione. Vieni qui, non mi dai un abbraccio?»
«Cosa? Oh, certo, certo.»
Giacomo ebbe l’impressione di abbracciare un blocco di ghiaccio.
«Ascolta, ho dimenticato qualcosa in macchina, ti spiace se…»
«Perché non mi hai mai più richiamato dopo quella notte?”
«Oh Dio, Marta…»
Ecco qui. Stessa storia, stessi protagonisti, ma in questa seconda versione abbiamo eliminato ogni spiegazione e le abbiamo invece inserite all’interno del dialogo.
Il risultato è una scena che si legge più velocemente e un dialogo che assolve in pieno il compito di portare avanti la trama.
2- Indica il carattere di un personaggio:
Il dialogo ha il compito di esprimere la personalità di un personaggio. E questo perché spesso lo introduce quando ancora il lettore non sa molto di lui, e ne rivela i vari aspetti durante il corso della storia. Inoltre, il carattere può passare attraverso il modo di parlare: la “voce” di un personaggio può avere un particolare accento, ne può rivelare età, l’estrazione sociale, la sua professione.
Nel film Io & Annie, di Woody Allen, i due protagonisti si incontrano durante una partita di tennis. Ma la loro prima conversazione avviene dopo il match, quando i due stanno per tornare a casa. Ed ecco come il dialogo ci presenta il personaggio di Annie: una persona insicura, spontanea e di certo fuori dal comune.
Alvy: «Giochi molto bene»
Annie: «Ah sì, anche tu! Oddio ma che cosa scema da dirsi, no?! Tu mi dici che io gioco molto bene e subito io devo dire a te che giochi bene. Oh… Oddio Annie. Va be’… ladida, ladida, la la.»
Intonando un motivetto imbarazzato, Annie fa per andare via per la seconda volta, ma Alvy la ferma di nuovo:
Alvy: «Vuoi… vuoi un passaggio?»
Annie: «Oh, perché? Hai la macchina tu?»
Alvy: «No, io avrei preso un taxi»
Annie: «Oh, no. Io ho la macchina»
Alvy: «Tu hai la macchina? Allora se hai la macchina non capisco perché mi hai chiesto “hai la macchina” come se volessi un passaggio»
Annie: «Io non lo so! Oddio! Ho la Volkswagen là fuori, che cretina sono. Lo vuoi tu un passaggio?»
Alvy: «Certo, da che parte vai?»
Annie: «Io? Vado in centro»
Alvy: «Be’, io vado in periferia»
Annie: «Oh… ma lo sai che ci vado anche io?»
Alvy: «Ma non hai detto che andavi in centro?»
Annie: «Eh, sì vabbè… eh però… sto in periferia ma vado in centro. Porco diavolo! Mi piace la compagnia, voglio dire. Odio guidare sola.»
3 – Imposta l’ambientazione
Un dialogo riflette il luogo in cui i personaggi si trovano e quindi può trasmettere informazioni fondamentali per definire l’ambientazione.
Attraverso lo scambio di battute si può capire se l’azione avviene in uno spazio aperto o chiuso; se la vicenda è ambientata nel passato, nel presente o nel futuro.
Il romanzo Assassinio sull’Orient Express, di Agatha Christie, si svolge su un treno e l’ambientazione è protagonista in molti dei dialoghi del libro. Facciamo un esempio.
«Ah, ecco quello che ci occorre. Circa quindici anni fa, le cappelliere erano fatte così. Si attaccavano i cappelli a questi sostegni in fil di ferro con uno spillone.»
Così dicendo, toglieva abilmente due sostegni. Rimise quindi i cappelli nella cappelliera e disse al controllore di riportarle entrambe dove le aveva trovate. Quando la porta si chiuse di nuovo, si rivolse al compagno.
«Vedete, mio caro dottore, io non sono tipo da fidarsi della solita procedura. Io cerco la psicologia, non le impronte digitali o la cenere delle sigarette. Ma in questo caso non direi di no a qualche aiuto scientifico. Questo scompartimento è pieno di indizi, ma come posso essere certo che questi indizi siano davvero quello che sembrano?»
4- Imposta il genere
Il genere del romanzo che vuoi impostare è evidente fin dal modo in cui le persone si parlano tra di loro. Non ci credi? Facciamo una prova e divertiti a indovinare a quale genere di romanzo appartengono questi dialoghi.
“Non è con l’oro, ma col ferro che si riscatta l’onore di Roma”
L’impero dei Draghi, Valerio Massimo Manfredi
…
“È una storia che appartiene alle tenebre. Che le tenebre se la portino via”
Cose preziose, Stephen King
…
«Siete mia, Brenna, così come io sono vostro. Sin dal giorno in cui tesseste quella vela per me. Sin dal nostro primo bacio».
Viaggio di un guerriero irlandese, Michelle Willingham
5 – Rivela il tema
«A volte i pensieri o la voce di uno dei protagonisti possono trasmettere al lettore il tema del romanzo che sta leggendo. Il personaggio in questione sta parlando dei propri problemi, o del proprio obiettivo: eppure la sensazione che ha il lettore è quella di stare leggendo una morale che va ben al di là del singolo vissuto di quello specifico personaggio.
Nel telefilm This is Us, Kevin comincia questo lungo monologo di fronte alle sue piccole nipoti.
Allora, ho dipinto questo perché credo parli della vita e la vita è piena di colori. Ognuno di noi venendo al mondo aggiunge i suoi colori al quadro e, anche se questo quadro non è molto grande, voi dovete immaginare che prosegua all’infinito, in ogni direzione, diciamo fino all’eternità.perché la vita è questo, giusto? se ci pensate è pazzesco che un centinaio di anni fa un ragazzo che non ho mai conosciuto sia arrivato in questo paese con una valigia, che abbia avuto un figlio, che poi ha avuto un figlio, che ha avuto me.
Perciò all’inizio dipingendo pensavo che in questa parte del quadro ci fosse quel ragazzo e quaggiù in quest’altra parte ci fossi io, ma poi ho pensato: e se tutti noi fossimo in ogni parte del quadro? Se ci fossimo ancora prima di venire al mondo? E se ci restassimo anche dopo la nostra morte? Se i colori che ognuno di noi continua ad aggiungere si mescolassero l’uno all’altro fino a renderci tutti dello stesso colore, a renderci una cosa sola, un unico grande quadro?»