Caro Poeta
tornando indietro negli anni, spero che ti possa piacere questo testo preparato per l’antologia del 2016 da Paola, mia figlia e da me.
QUATTORDICESIMA EDIZIONE CONCORSO NAZIONALE DI POESIA “Ischia l’Isola Verde”
dedicato a “Fede e Ragione”
“Non credo in un Dio personale e non ho mai nascosto questa mia convinzione, anzi l’ho espressa chiaramente. Se c’è in me qualcosa che si può definire sentimento religioso, è proprio quella sconfinata ammirazione per la struttura del mondo nei limiti in cui la scienza ce la può rivelare.” (Albert Einstein)
Il Concorso di Poesia “Ischia l’Isola Verde”, nato nel 2002 fino alla 3a edizione ha avuto il nome di “Città di Panza” e dalla 4 a alla 7a quello di “Panza – Isola d’Ischia”. Esso è organizzato dall’ “Associazione Giochi di Natale” e vanta partecipanti da tutta Italia. Il Concorso ha lo scopo di stimolare la riflessione e la creatività e promuovere i valori umani, sociali e culturali. Ogni edizione ha una dedica, ma il tema è libero; vengono assegnati dei premi speciali alle migliori poesie aventi come tema quello della dedica. Le opere, originali, non devono aver partecipato ad edizioni precedenti del nostro Concorso né aver vinto premi in altri Concorsi. Esse possono essere in lingua italiana o in dialetto; queste ultime possono essere accompagnate da una traduzione in italiano. Le opere sono pubblicate oltre che nella presente raccolta anche sul sito Internet www.giochidinatale.it, dove si possono trovare gli elenchi dei vincitori, il regolamento completo e notizie sulle altre iniziative dell’Associazione e su facebook Giochi di Natale. Questa edizione è dedicata all intersecazione tra Fede e Ragione argomenti che affascinano l’uomo di ogni civiltà. Chiedersi quale sia la via da seguire più idonea a soddisfare il nostro breve percorso, fin dagli albori della conoscenza, ha suscitato un dibattito tanto animato quanto produttivo e ne siete testimoni voi, che copiosamente avete aderito.
Si ringraziano i partecipanti, i membri della Giuria, tutti quelli che hanno collaborato, e voi lettori sensibili allarte poetica.
Le Ragioni della Fede
« Fede è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi; e questa pare a me sua quiditate. » Dante. (Par., XXIV 64/66)
La ragione non urla, la ragione si siede e aspetta.(Susan Randall)
«Intesi ch’a così fatto tormento enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento.» Dante. (Inf., V 37/39 )
Parlare di un argomento così delicato , che tocca la sfera intima dell’animo non è né facile né sarà mai esaustivo. Ma l’impegno profuso nelle passate edizioni della sfida contro le mille difficoltà, portata avanti dall’Associazione Giochi di Natale, ci induce a continuare un percorso informativo e introduttivo alle perle che raccoglieremo gustando le tantissime Poesie che gli ormai, potremmo definire “nostri” autori ci regalano annualmente. La scelta di un tema per la dedica è sempre delicata ma cerca di soddisfare le aspettative di quanti condividono con noi da ormai quattordici anni, ci supportano, e, spesso, ci sopportano. Tra i vari argomenti intriganti è emerso “Fede e Ragione” che, in linea con l’attuale Giubileo, intende accentuare la riflessine su alcune delle prerogative degli esseri umani. Questi ultimi, diversificandosi dalle altre specie viventi, perché appunto dotati del Pensiero, della Ragione, hanno tuttavia necessità della Fede che è definibile come l’adesione a un messaggio o un annuncio fondata sull’accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta immediatamente evi-dente, e viene quindi come vera, nonostante il mistero che l’avvolge. La fede consiste pertanto nel ritenere possibile ciò che non si è sperimentato o non si conosce personalmente. Rispetto al Sapere, alla Ragione, fondate sulla certezza consapevole della propria validità, la Fede, prende quindi dagli altri, ovvero, i propri contenuti, come avviene ad esempio nelle religioni rivelate che attingono le loro dottrine da un dato di rivelazione. Il rapporto tra Fede e Conoscenza è diventato, nel corso dei secoli, oggetto di riflessione filosofica. Per S. Agostino d’Ippona la fede cristiana non è mai disgiunta dal sapere: a ben guardare, infatti, tutte le nostre conoscenze si fondano su atti di fede, su credenze che noi prendiamo per buone prima di averle personalmente sperimentate. Solo dopo averle credute come ammissibili si può esercitare su di esse l’attività critica e riflessiva dell’intelletto e a sua volta il comprendere aiuta ad interiorizzare,ciò che prima andava accolto ciecamente per un semplice atto di fede. L’intelletto non pensa mai a vuoto, ma sempre partendo da un dato di fede: «La fede cerca, la ragione trova. E ancora la ragione cerca Colui che ha trovato». La fede coincide così con l’intuizione, cioè con l’illuminazione, elargita in dono dalla grazia divina, che consente di far luce non tanto sulla Verità, quanto sulla propria ignoranza: una consapevolezza dell’ignoranza senza la quale non vi sarebbe spinta ad indagare il mistero. Non si cercherebbe infatti la verità se non si fosse certi almeno inconsciamente della sua esistenza, secondo un tema di lontana ascendenza socratica e platonica. In ambito cattolico è stata riaffermata l’esistenza di una complementarità imprescindibile tra fede e ragione, in particolare nell’enciclica Fides et ratio, scritta da papa Giovanni Paolo II, che sostiene, come nell’argomento del Proslogion di Anselmo d’Aosta, «l’armonia fondamentale della conoscenza filosofica e della conoscenza di fede è ancora una volta confermata: la fede chiede che il suo oggetto venga compreso con l’aiuto della ragione; la ragione, al culmine della sua ricerca, ammette come necessario ciò che la fede presenta». Il significato principale della parola “fede” (traduzione dal greco πιστις, pi´stis), si riferisce a colui che ha fiducia, che confida, che si affida, la cui persuasione è salda. In latino, poi, fides credenza religiosa, ma anche impegno solenne, lealtà e fedeltà. In generale, adesione ad affermazioni o dottrine non razionalmente evidenti ma credute in base a fondate o autorevoli testimonianze, o per rivelazione. Il cattolicesimo fa propria la definizione di fede di Tommaso d’Aquino secondo cui «la Fede è l’atto dell’intelletto che dà il proprio assenso alle verità divine per comando della volontà, messo in moto da Dio per mezzo della Grazia» Per il cristianesimo protestante la conoscenza è un elemento essenziale di ogni fede, spesso i termini vengono trattati come sinonimi. Tuttavia, la fede aggiunge alla conoscenza l’assenso, in quanto si tratta di un atto del volere oltre che di un atto dell’intelletto. Secondo la religione ebraica è meritorio credere in Dio: infatti, conta tanto il credere in Dio, quanto il condurre una vita timorata. Alcuni razionalisti Ebrei sostengono che la semplice fede in Dio, priva di ogni supporto razionale, è ben inferiore a quella supportata tramite l’uso della ragione che sancisce l’aumento di essa nell’amore e nel timore di Dio. Come ricorda anche Cordovero, riportando il primo “principio-precetto” citato da Maimonide, meta principale per gli Ebrei nello studio della Torah e dei suoi insegnamenti. Diverse religioni affiancano la fede alla conoscenza: il caso più chiaro è forse quello dell’Induismo. Dal punto di vista esclusivamente logico dottrinale, tuttavia, è impossibile che tutte queste religioni, con il loro bagaglio di credenze mutuamente incompatibili, siano vere. L’Induismo cerca di superare tale problema suggerendo che le varie religioni non sono altro che modi diversi (Dharma) di esprimere il contatto con la verità ultima, con tutte le difficoltà che ciò comporta. Nel corso della storia, Dio si è rivelato all’umanità con una serie di messaggeri divini, ognuno dei quali ha fondato una religione. Erano messaggeri Abramo, Krishna, Zoroastro, Mosè, Buddha, Gesù e Maometto. Questa successione di insegnanti divini riflette un unico e storico “piano di Dio” per far conoscere all’umanità il suo creatore e per coltivare le capacità morali, intellettuali e spirituali della razza umana con l’obiettivo di preparare la strada a una civiltà globale, unica e in costante progresso. Il problema dei rapporti tra fede e filosofia si pone e-splicitamente con il pensiero cristiano, poiché il cristianesimo introduce, nel rapporto uomo-Dio, un aspetto relazionale che coinvolge totalmente intelligenza e libertà. La fede. si inserisce in un ambito trascendente, apparentemente irriducibile alla razionalità, ma i primi intellettuali cristiani sentono la necessità di armonizzarla con la razionalità sia dal punto di vista culturale, attraverso l’integrazione con la cultura filosofica pagana, sia da quello epistemologico, per ‘rendere ragione’ della loro fede. Si determinano dunque diverse modalità nel rapporto tra fede e filosofia che caratterizzano i diversi sensi di filosofia cristiana. Nel Medioevo l’impostazione prevalente è quella di S. Agostino, centrata sulla circolarità tra il credere e il comprendere.
Anche se la ricerca intellettuale risulta in questo caso intrinseca alla fede, essa resta però sempre aperta nello sforzo di intelligere le profondità della fede stessa. Alla fine del XIII secolo alcuni filosofi della facoltà delle arti, come Sigieri di Brabante, affermano la necessità delle conclusioni filosofiche, anche se contrarie alla fede. Si avvia così quel percorso di separazione tra fede e ragione che caratterizzerà l’epoca moderna. La ragione è la facoltà di ragionare, ossia di mettere in rapporto i concetti. È quindi la facoltà di giudicare, cioè di trarre le corrette conclusioni dalle premesse poste, e di distinguere il vero dal falso o il bene dal male. Per questo è alla ragione che si affida il compito di controllare istinti e passioni e di liberarci dai pregiudizi e dalle opinioni radicati ma falsi, dai miti e dalle superstizioni. Platone e Aristotele contrappongono la ragione sia alla sensibilità, fonte di opinioni diffuse, ma spesso false, sia agli impulsi animali. In particolare, nella tripartizione dell’anima proposta da Aristotele la parte intellettiva o razionale è superiore alle parti vegetativa e sensitiva. Funzione della ragione è dunque opporsi alle credenze infondate e al puro istinto e dirigere invece il comportamento umano in modo uniforme e costante. Furono, però, soprattutto gli stoici a dare importanza alla ragione: l’uomo differisce da tutti gli altri esseri viventi proprio perché, essendo partecipe di un principio razionale universale (Lògos), trova nella ragione una guida molto più flessibile e sapiente dell’istinto animale.
La ragione è dunque la forza che consente all’uomo di liberarsi dai desideri e dalle pulsioni che ha in comune con gli animali, tenendoli sotto controllo e conservando una giusta misura. Come l’istinto dirige gli animali, così la ragione guida gli uomini; di conseguenza per questi ultimi vivere secondo natura significa vivere secondo ragione. In epoca medievale si cominciarono a operare alcune distinzioni: per Tommaso la ragione si differenzia dall’intelletto ed è di valore inferiore. La ragione è infatti l’attività di argomentare: è cioè la sede del pensiero discorsivo che procede per sillogismi secondo la logica aristotelica; l’intelletto corrisponde alla conoscenza intuitiva, rappresenta cioè la facoltà di intuire immediatamente la verità. In Età moderna la valutazione data da Tommaso d’Aquino si inverte e la ragione guadagna il primo posto come attività conoscitiva superiore. Cartesio definisce la ragione come «capacità di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso» e la identifica con il «buon senso» comune a tutti gli uomini; sua funzione è di operare come strumento di liberazione dal peso dell’autorità e della tradizione.
Con tale compito la ragione diventa la protagonista della cultura illuministica. L’Illuminismo sottolinea il valore della ragione come facoltà critica per sottoporre a esame fatti e opinioni “il tribunale della ragione” e per smascherare errori e pregiudizi, tradizioni e credenze popolari, miti e superstizioni. La ragione quindi apre la strada del progresso in quanto permette all’umanità di emanciparsi da paure e superstizioni e favorisce lo sviluppo della scienza. Questo ruolo da protagonista viene esaltato dalla cultura illuminista, tanto che durante la Rivoluzione francese la ragione viene perfino deificata (diventa la dea Ragione) ed è fatta oggetto di un culto sostitutivo delle vecchie superstizioni. È alla ragione illuministica intesa come libertà di critica che Kant fa riferimento. La ragione è la più alta facoltà regolatrice che detta leggi capaci di dare ordine e fini alla vita morale e sociale dell’uomo. Nella teoria kantiana della conoscenza è alla ragione che viene affidato il compito di giudice ultimo delle proprie capacità e dei propri limiti. Il verdetto è che nella sua attività la ragione genera idee che non hanno alcuna base nell’esperienza – Dio, l’anima, il mondo – e dà luogo a conclusioni illusorie. Il procedimento conoscitivo valido è soltanto quello dell’intelletto, i cui concetti sono derivati dall’esperienza, mentre il procedimento razionale con le sue prete-se di assolutezza produce unicamente una conoscenza fittizia. Hegel ribalta nuovamente il rapporto tra intelletto e ragione e afferma la superiorità assoluta della ragione che unifica, rispetto all’intelletto che opera distinzioni e quindi produce una conoscenza soltanto astratta. Il compito della ragione non è però quello di fornire modelli del mondo come dovrebbe essere, ma consiste nello spiegare il mondo com’è: la ragione non dirige la realtà, ma giunge, dopo che gli eventi sono accaduti, a capire e giustificare. C’è quindi identificazione fra ragione e realtà: «tutto ciò che è reale è razionale, e tutto ciò che è razionale è reale». Nella filosofia contemporanea l’interesse per una discussione del concetto di ragione è venuto diminuendo, mentre si è rafforzata l’aspettativa per una ricerca scientifica che ‘razionalizza’ compiutamente la realtà attraverso corrette modalità di indagine. A questo punto nasce spontanea la domanda:” La Poesia è un atto di fede o nasce dalla necessità di razionalizzare la propria esistenza?” Ai Poeti l’arduo compito!
Puoi trovare altre notizie al link seguente e alla pagina allegata con la fotogallery dell’evento.
Buona Poesia
http://www.iltorrioneforio.it/eventi-2/eventi-2016/le-ragioni-della-fede/