La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

VINCITORI PREMIO LETTERARIO NAZIONALE "PATRIZIA BRUNETTI" – SENIGALLIA

 

 

VINCITORI

Premio Letterario Nazionale

 

“Patrizia Brunetti”

 

Senigallia – X Edizione – anno 2017

 

 

 

 

 

VINCITORI SEZIONE POESIA – X EDIZIONE 2017

 

 

 

1° Premio

 

Umberto Vicaretti, Roma  

 

“Stabat Mater”

 

 

 

2° Premio

 

Flora Lalli, Campobasso

 

“Utopia”

 

 

 

3° Premio

 

Vito Massa, Bari

 

“Gaza”

 

 

 

FINALISTI SEZIONE POESIA – X EDIZIONE 2017

 

(l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

 

 

Elvio Angeletti

Francesco Lorenzo Aricò

Sonia Camagni

Valtero Curzi

Francesco D’Andrea

Grazia Dottore

Ivan Fedeli

Giuliano Gemo

Verdiana Maggiorelli

Elisabetta Sancino

 

 

VINCITORI SEZIONE PROSA – X EDIZIONE 2017

 

1° Premio

Crivellaro Marco, Negrar (VR)

“La farfalla triste del Reich”

 

2° Premio

Isabella Gabusi, Montale (PT)

“Lulli”

 

3° Premio

Caridi Giuseppe, Pontetaro di Noceto (Parma)

“Afghanistan”

 

 

 “FINALISTI” SEZIONE PROSA – X EDIZIONE 2017

(l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

 

Serena Campanalunga, Trani (BT), L’infermiere

Franco Casadidio, Terni, Quando arriverà la primavera

Giuliano Gemo, Montegalda (Vicenza), Sulla collina

Pietro Rainero, Acqui Terme,  Gallerie

Natascia Rota Bulò, Bergamo, La venditrice di parole

Gabriella Sabbioni Brunini, Spoleto (PG), L’illusione

Roberto Sospetti, Ascoli Piceno, La melopea dei rospi

 

 

PREMIO – X EDIZIONE 2017

“Opera segnalata”

(l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

 

Luigino Baretta, Una nuova alba (prosa, Europa Edizioni)

Marco Caputi, Storie di uomini e donne (prosa, Romana Editrice)

Luciano De Rosa, L’alba e il tramonto (prosa, Letizia Editore)

Luigi Di Nicolantonio, Le fantasie della solitudine (prosa, Ed. Albatros)

Enzo Marino, Belle pazzie e bugiarde aurore –Racconti tra Napoli e Casoria (A. Polidoro Editore)

Guido Rossi, Un ometto piccolo piccolo (Ed. Vertigo)

Claudio Uguccioni, L’oro di Dio (prosa)

Giuseppe Vanni, Paris Necker (poesie, Fara Editore)

 

 

PREMIO – X EDIZIONE 2017

 “Al Merito”

 

 

Iris Rold, 14 anni. San Pietro di Feletto (Treviso). La Giuria ha deciso di premiare Iris con la pubblicazione gratuita del suo libro, Il mondo di Ral.

Ilaria Occhionero, 17 anni. Roma, studentessa dell’Istituto “Gaetano De Sanctis”. Titolo del libro Una magica sfida. (l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

 

PREMIO – X EDIZIONE 2017

 “Riconoscimento Speciale Sezione Ragazzi”

(l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

Ilaria Fusco, 13 anni. Lacco Ameno (Napoli). Racconto “Una gita rocambolesca in barca”.

Antonio Monti, 13 anni. Forio d’Ischia (NA). Racconto: “La compagnia del tempo”.

 

 

PREMIO – X EDIZIONE 2017

 “Autori delle Marche”

(l’Attestato potrà essere ritirato nel corso della Cerimonia di Premiazione, sabato 2 dicembre 2017, oppure sarà inviato via internet)

 

Elvio Angeletti, Marzocca Senigallia; Gabriele Andreani, Pesaro; Liliana Battaglia, Senigallia; Anna Maria Berni, Senigallia; Antonella Bruciatelli, Montignano, Senigallia; Martina Brunetti, Ancona; Sonia Camagni, Monsano; Angela Catolfi, Treia; Valtero Curzi, Senigallia; De Fanis Mario, Falconara; Luigi Di Nicolantonio, Falconara Marittima; Fulvia Foti, Macerata; Alessandra Gabbanelli, Porto Recanati; Tiziana Gabrielli, Camerino; Eugenio Gobbi, Ancona/Roma; Giovanni Grandoni, Cartoceto Lucrezia; Letizia Greganti, Marina di Montemarciano Marisa Landini, Marzocca Senigallia; Paolo Lacava, Fabriano; Salvo Lo Presti, Cupra Marittima; Lena Maltempi, Falconara; Rita Marchegiani, Montecassiano; Maria Pia Marchetti, Ancona; Rita Fulvia Marconi, Ancona: Giovanni Mignini, Massignano (AP); Mario Monachesi, Macerata; Massimo Natalucci, Senigallia; Cesare Nisi, Ascoli Piceno; Franco Patonico, Senigallia; Fiorina Piergigli, Senigallia; Rita Reggiani, Ancona; Simona Riccialdelli, Trecastelli; Oscar Sartarelli, Genga, Luigi Severi, Senigallia; Maria Pia Silvestrini, Senigallia; Barbara Soffici, Senigallia; Elena Stolfi, Senigallia; Michele Veschi, Senigallia; Jessica Vesprini, Fermo-Civitanova Marche.

Riteniamo di fare cosa gradita riportando, qui di seguito, riflessioni e appunti che i Sigg. Giurati hanno abnnotato sui fogli dei concorrenti nel corso delle letture. Non riportiamo le considerazioni su tutti i lavori, perché l’impegno della Segreteria sarebbe troppo gravoso.

 

PROSA

 

Come il letto di un falò – Dialogo immaginario tra l’autore, che scrive in prima persona, e Cesare Pavese. Al termine del colloquio, che avviene lungo le rive del Belbo, l’autore non ha il coraggio di consegnare a Pavese il suo manoscritto. Lo scrittore sa trasferire nella sua narrazione i rovelli che tediarono Pavese, il clima triste e l’ambiente malinconico dei suoi lavori.

Su bonette=Il suo berreto – Un racconto breve e intenso, scritto con la lingua che nasce spontanea dal cuore. Il vecchio capraro Gavi vive, isolato dal mondo, nel suo capanno che domina, dall’alto delle scoscese rocce di una Sardegna bellissima e selvaggia, le  pianure sottostanti che si perdono a vista d’occhio. Ulivi e ulivi e ulivi e greggi al pascolo lungo lo sciabordio del Flumendosa. È lì, su quel costone di roccia, che ha perso suo padre. Gli resta “su bonette”, il suo berretto.

Flavia e l’altra – Storia di due donne (di tante donne) divisa in vari momenti della giornata e raccontata parallelamente. Storia di due vittime sfruttate sia pure in modo diverso dalla società. È la storia di una insoddisfazione profonda a cui una società di facciata e senza più umanità, condanna molte persone.

Coincidenze – Una vacanza al mare di una famiglia che vuole vivere serenamente le proprie vacanze. Un padre da poco vedovo. Un incidente stradale tra Catania e Siracusa. Una lettera di conforto. Un finale a lieto fine. Racconto esposto in buona forma. Espressione scorrevole.

Afghanistan– è un diario di viaggio, un reportage, un racconto che ha come oggetto l’Afghanistan, i suoi paesaggi mozzafiato e i suoi accoglienti abitanti. Un racconto su un paese lontano, con strade dissestate, vento perenne, polvere ovunque. Lento all’inizio, poi entra sempre più nel vivo delle descrizioni. Restituisce l’atmosfera e il fascino dei luoghi visitati: mercato, moschea, santuari, museo archeologico, cittadella, Kabul. Herat, Mazar-I-Sharif… Usi, costumi, abitudini di gente presso la quale ha lasciato il cuore.

Parte con la richiesta, all’ambasciata, di un passaporto turistico. Si fa crescere la barba e, munito di macchina fotografica e poco bagaglio, con l’aiuto di un interprete locale, riesce a farsi passare per afgano, al punto che neppure l’interprete lo riconosce. Il suo scopo è arrivare a visitare i bellissimi monumenti, ma anche entrare in contatto con paesi sperduti, arroccati su alture da capogiro o collocati su pianure sconfinate. Non mancano avventure e disavventure, ma il clima di guerra e scontri armati sembra diventare minoritario rispetto ai magnifici paesaggi afgani e alla grande ospitalità che accoglie il viaggiatore durante le varie tappe del percorso. Il racconto è accompagnato da note storiche e geografiche che fanno conoscere le vicissitudini di un popolo aggredito dagli occidentali, dai talebani e dalle guerre intestine. Eppure, l’Afganistan ha conservato un grande cuore, un immenso amore per la tradizione e il piacere dell’ospitalità e dell’accoglienza.

–  “L’infermiere” e altri tre racconti- La protagonista del racconto, costretta dalla pioggia a restare nelle corsie di un ospedale, diventa protagonista di una vicenda che, a conti fatti, si rivela un miracolo. L’autore dei racconti sa scrivere. Il secondo racconto, “Ottilia”, e gli altri due appaiono un po’ più deboli del primo. Anche in questi, comunque, l’autore rivela buona capacità di inventiva, bella attitudine alla scrittura, esperto controllo del periodo e indubbia padronanza lessicale.

–  La bottega delle cose rotte Nascondino –  Due racconti brevi. Il primo, narrato con delicatezza, costringe il lettore a interrogarsi sull’infinita distanza tra l’essere e l’avere; il tutto in venti righe, in una atmosfera sospesa, dentro una bottega irreale nella quale, un giorno, entra un ragazzo vestito di carta da pane. Il secondo è invece condotto in una dimensione ovattata, in una struttura protetta, in una forma onirica: lui, pochi ricordi, si cerca bambino; lei, così vecchia, così ferma, la tela da ricamo poggiata sulle ginocchia. Buone capacità narrative.

La melopea dei rospi  – La colomba tra gli artigli del nibbio – Due racconti che ci conducono in ambienti differenti, ma paralleli, in virtù della coerenza narrativa dell’autore: un convento e una città sulla Costa Azzurra; un monaco, Saverio, al centro di un assassinio e un dongiovanni, Giacomo Casanova, vittima di due donne scaltre e imbroglione.

Ritorno al passatoIl generale – Due racconti che oscillano tra l’horror e il surreale. Si leggono d’un fiato e non lasciano il lettore privo di un qualche timore. Al termine, potrebbe anche accadere che chi legge, preoccupato, si guardi alle spalle, o volga lo sguardo intorno, sospettoso.

Quando arriverà la primavera – Un bel racconto, scritto bene. La storia si svolge nell’arco di una settimana, ma questi sette giorni costringeranno il protagonista a fare i conti con i suoi quarant’anni precedenti. L’autore del racconto evita accortamente di scadere nel sentimentalismo, soprattutto in quei punti dove il rischio è più alto. Una banale storia di ricovero per calcoli ai reni, in una lussuosa clinica, diventa l’occasione per un incontro non banale: Jurgen, responsabile delle vendite presso una catena di magazzini, incontra il piccolo Mathias, malato di leucemia.

L’illusione – è un monologo interiore. La protagonista è una donna di forte carattere, ancora vigile, padrona di sé, lucida, che ripercorre la sua vita – ora che i figli l’hanno convinta ad andare presso una casa di riposo- narrando a sua figlia vicende lontane di un amore lontano, che ancora dura. Un amore che ora, in quella casa di riposo, si scopre vicino. O è tutta un’illusione? L’autore sa utilizzare molto bene l’arte dei flashback. Buona tecnica nei passaggi temporali.

Ferie, che passione – Sei omicidi di troppo – 1967 ma che musica Marestro – … Cinque racconti di diversissimo argomento, compreso un giallo; si vede che ha una lunga esperienza con la scrittura. L’esposizione è piana, ricca di dialoghi. Molto buona la capacità di controllo del periodo. Non sempre la suspense riesce a diventare autentica tensione che attiri il lettore.

Lulli – Storia di una lei e un lui (sposato) – Lulli e Giorgio – che finiscono per trascorrere la vita in forme piatte, monotone, insieme ma non insieme, confrontandosi con l’esercizio più pericoloso che due persone in avanti con gli anni possano fare: immaginarsi il futuro, insieme. Accadrà? Non accadrà? Buono il lavoro di analisi psicologica. Più che un racconto di ciò che accade fuori, è un viaggio lungo ciò che avviene nell’animo, fino a fare i conti con le cose che si raggiungono e riflettere su quelle che si perdono. Mentre la vita scorre.

Gallerie: Buio – Nero Wolf e le api – Q. I. contro Q. I. – Don Cosciotto…. – Una raccolta di dieci racconti -. Scritti con garbo, alcuni surreali; molti condotti con sorridente ironia. L’autore conosce i classici ed è capace di scherzarci sopra, ricorrendo anche a differenziazioni grafiche tipiche della scrittura creativa (normale, grassetto, maiuscolo, caratteri tratti da diversi font…).

La venditrice di parole – Un racconto originale. Un incontro lungo un viale alberato tra una donna che vende parole e un viandante che, curioso, le chiede di raccontargli quali parole si trovino quei cassetti contraddistinti dalle diverse etichette: parole antiche, parole d’amore, parole cattive, parole goffe, eccetera. [Peccato, l’autore ha inviato solo questo racconto]

Sulla collina – Un bel racconto sulla vita e sulle stagioni dell’uomo. Una favola quasi irreale, suggestiva, costruita su una serie di dialoghi tra un vecchio e un bambino lungo un tempo che dura una vita distribuita per tappe ricorrenti. Interessante la struttura, singolare lo schema narrativo.

La farfalla triste del Reich –  Faceva freddo sul fronte orientale – L’autore sa scrivere. 1) Un racconto duro, in un clima familiare teso: il padre, un ufficiale nazista, fanaticamente impegnato nel suo lavoro di conversione alla fede del terzo  Reich anche nei confronti di suo figlio adolescente; la madre, una maestra, il giorno in cui suo marito guida un rastrellamento nella sua scuola, tenta di salvare uno dei suoi bambini. Non ci riesce. Il finale è tragico. Un buon racconto, condotto con intelligenza, equilibrio, capacità di distribuire i fatti e calcolare tempi e spazi narrativi. 2) Amore e morte in un teatro di guerra gelido del Fronte Orientale. Tedeschi, Armata Rossa e giovani vite destinate a morire in uno sporco conflitto.

Dark ladies – Un racconto che si legge bene, un lavoro tra giallo e umoristico insieme. Ritmo veloce, periodi snelli, forma agile. Finale a sorpresa.

 

POESIA

 

Verdiana Maggiorelli – Belle immagini, di diversa cifra, con differente spessore, di diversa ispirazione; manca il terreno comune. Ogni poesia nasce da una sentita ispirazione, ma ognuna ha ispirazioni differenti. Un elemento che le accomuna tutte è l’indubbia capacità dell’autore di dare armonia e musicalità cadenzata ai versi.

Flora Lalli – “Utopia”: una poesia dal sorriso schietto e dalla disinvolta attitudine a comporre versi ispirati da esperienze o emozioni.  “La dimora del vento”: versi brevi prevalentemente endecasillabi. Interrogarsi sulla vita e sulla sua inevitabile conclusione per scoprire che, forse, l’unica, l’estrema soluzione per evitare il Nulla fatale potrebbe essere la poesia. L’andamento della composizione è segnato da un ritmo modulato sulle note della disillusione. “Il dialogo degli amanti dispersi”: un racconto in versi, una favola triste composta su metri diversi. Temi classici, ispirazioni tratte da miti, immagini che non sono estranee al repertorio dell’elegiaco Properzio (le nostre ossa insieme nella tomba).

Francesco D’Andrea – Cinque poesie – Liriche caratterizzate da meditazioni, ricordi, contemplazioni. Lo sfondo comune è quello della natura. L’atmosfera attraversata da profumi, è soffusa di solitudine e silenzio. L’autore sembra, talvolta, rivolgersi ad una ipotetica interlocutrice. I versi sono brevi, brevissimi, ad andamento musicale. Ricchezza di immagini.

Elvio Angeletti – Cinque poesie – Liriche brevi, alcune divise in strofe. Ricchezza di sentimenti, che sfiorano talvolta il sentimentalismo. Sono, prevalentemente, colloqui con se stesso. Alcune belle immagini. Diffusa presenza di seducenti figure retoriche. Qualche perplessità su alcune scelte lessicali che riducono la forza d’impatto evocativo.

Barbara Soffici – 12 poesie che narrano, con delicata leggerezza, l’inconsistenza dell’esistenza  che sembra trascorrere tra sogni e ricordi. Un’anima in raccoglimento, una soffice coltre sulla quale si adagiano i sentimenti, un canto soave e triste che “invoca aurore di speranze” e sogna la felicità.

Giuliano GemoSogno di un uomo stancoI pioppi : pathos e nostalgia, memoria triste e luce di speranza si alternano in questi versi che rivelano rara sensibilità. Il ritmo è quello di un adagio classico che, qua e là, affida alla parola isolata il compito di diventare verso. Le immagini  – cariche di cielo, mattini estivi, candidi cirri, alberi, fiori… – pur essendo attraversate da una diffusa malinconia, riescono a palpitare per la speranza… che l’estate possa tornare.

Valtero Curzi – Venti liriche, per lo più di andamento asciutto, montaliano, dove il lessico assume un peso specifico molto elevato. La maggior parte delle poesie è autenticamente ispirata. Qualcuna, un po’ più debole, non ha la stessa forza delle altre per innalzarsi fino ai picchi della poesia. Il tessuto culturale dell’autore è buono.

Vito Massa – Cinque poesie create con indubbia capacità e buon talento. Non tutte riescono a stare sullo stesso livello. Buone: “Scenderà sera sopra Gaza”, “Appello senza nomi”, Tra le nebbie a Nassiriya”.

Umberto Vicaretti – Sette poesie – Tutte testimoniano una apprezzabile conoscenza del mondo classico e dei ritmi metrici. Suggestiva e malinconica “Stabat Mater”, consegnata a versi endecasillabi che rivelano una buona conoscenza della metrica classica (vedi i versi spezzati); ballabile e con qualche nota struggente “Dorme la mia città”; moderna e classica, alta e profonda la “Canzone di Orfeo”.

Sonia Camagni – Ventitré poesie – Versi forti e brevi, lampi violenti e intuizioni folgoranti, lingua di energico realismo. Procedimento paratattico. Figure concrete. Bandite le sdolcinature romantiche. Talvolta le immagini si affollano eccessivamente nell’urgenza dell’ispirazione. I cinque sensi sono tutti chiamati al lavoro (segnalate: Auguri, Mai più, Io sono).

Grazia Dottore– Una sola poesia, ma bella, interessante (indirizzata ad una donna?), con accenti lieti e cuore triste. Buon ritmo.

 

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