Sembra quasi un dubbio amletico, alla stregua dell’ “essere o non essere” shakespeariano, la domanda che ci poniamo noi scrittori è: “Posso vendere il mio libro senza fare marketing?”.
Infatti, al di là del fatto che tu scriva per una casa editrice indipendente, mainstream o che tu abbia deciso di autopubblicarti, devi sapere che se il tuo sogno è vivere di scrittura dovrai necessariamente farti pubblicità.
Perché agli scrittori non piace il marketing
Alla parola “pubblicità” molti scrittori storcono il naso. Il problema nasce quando, grazie a tecniche persuasive e trucchetti, il prodotto venduto altro non è che “tutto fumo e niente arrosto”. Questa, tuttavia, è un’arma a doppio taglio, poiché prima o poi l’inganno verrà a galla e gli “scrittori furbetti” verranno smascherati.
Partiamo da qui.
Nel suo significato originale fare marketing significa “creare valore e ottenere valore”. E allora perché tanta resistenza?
1) Perché gli scrittori non amano i condizionamenti
Leggere e scrivere sono gesti nobili, perché stimolano la libertà di pensiero e aiutano a preservare la mente da condizionamenti e schemi imposti.
2) Perché scrivere è un gesto intimo, mentre il marketing è l’esatto opposto
La scrittura si esprime in solitudine, mentre il marketing ha bisogno di un pubblico.
Scrivere è un’attività solitaria ed intima, mentre il marketing impone di uscire allo scoperto. Per uno scrittore questi due opposti sono quasi inconciliabili.
3) Perché gli scrittori non amano apparire
Ciascuno di noi ha un dono e c’è spazio per tutti. L’idea di vendersi come autori imperdibili, di far credere al pubblico di essere la scelta migliore, sembra un atto di superbia e di menzogna. E uno scrittore cosciente del suo talento lo sa.
Quindi, come colmare la distanza tra “essere e non essere” e vendere il proprio libro? Soprattutto… tra arte e marketing la distanza è davvero così insormontabile?
Perché promuovere un libro è importante
Ci sono cose che uno scrittore deve mettere in conto, in particolar modo se decide di fare della scrittura il suo mestiere.
A partire dalla presentazione di se stessi, ad un editore o al pubblico.
Un libro ha bisogno di una copertina, di un contenitore in grado di contenere le parole. Che sia una copertina in senso figurato, o che sia rappresentata dalla semplice sinossi del proprio romanzo, ci sono cose che devono essere fatte.
Quindi, non aver paura di mostrare chi sei.
Non significa che devi stravolgere la tua personalità per diventare all’improvviso un abile commerciante delle tue opere. No, non è questo il punto! Devi solamente dare al mondo l’opportunità di sapere che esisti, e per farlo hai bisogno di “presentarti”. Sei libero di scegliere la forma che ritieni più in sintonia con le tue corde: presentarti all’editore tramite la sinossi del tuo romanzo o tramite una lettera, raccontarti durante la presentazione del libro o usando i social, condividere un booktrailer o scrivere un blog. E tanto altro.
Se ci pensi è un gesto naturale. Viviamo nel mondo, abbiamo relazioni, incontriamo persone, ci presentiamo ogni giorno, dal vivo e virtualmente.
C’è una differenza sottile ma fondamentale tra lo sgomitare per occupare un posto in vetrina e tra l’essere, semplicemente, se stessi. Per essere “semplicemente te stesso” non devi pestare i piedi a nessuno, non devi gridare per farti sentire, non devi ricorrere a chissà quali strategie di vendita, non devi battere nessuna fantomatica concorrenza. Basta soltanto fare ciò che fai naturalmente: vivere nel tuo modo.
Spetterà poi ai tuoi lettori giudicare la validità o meno della tua opera letteraria ma intanto… dai loro l’opportunità di sapere che esiste!
Il loro personale giudizio, poi, sarà incorruttibile. Ciò significa che se anche possedessi chissà quali abilità di venditore, se il tuo “prodotto” non piacerà non ci potrai fare niente. E viceversa. Potresti infatti essere proprio la “voce” giusta al momento giusto, con storie fantastiche da raccontare in grado di aiutare e rendere felice chi legge: si ha sempre bisogno di belle storie. E in fondo, condividere il proprio dono, una volta trovato, è una delle cose più belle nella vita.
Trasforma il momento del marketing in un momento creativo
Guadagnarsi da vivere facendo arte è una bella sfida, perché implica il restare in equilibrio tra due poli opposti: valori artistici e opportunità commerciali.
Magari stai coltivando il sogno di venire scoperto, quasi per caso, da un editore, che griderà al mondo, al posto tuo, il tuo talento, così che non avrai bisogno di “sporcarti le mani” facendo da te stesso la pubblicità. Ma non dimenticare che, a un certo punto, saresti comunque al centro dei riflettori. Dovresti comunque affrontare il giudizio del pubblico e le sue (e tue) aspettative.
Quindi inizia a fare le cose con semplicità e umiltà, vivi le sfide della professione senza ansia: non sei su un palcoscenico e non sei l’unico scrittore esistente sulla faccia della terra.
Trasforma i tuoi doveri da scrittore in momenti di crescita e condivisione.
Potresti, ad esempio, collaborare con un tuo amico pittore alla realizzazione della tua copertina, o scrivere la sceneggiatura del tuo booktrailer con un videomaker. O ancora, far leggere spezzoni del tuo romanzo ad un aspirante attore!
Osa, sperimenta, mettiti in gioco ma rimani te stesso. Non devi trasformarti in chi non sei, piuttosto impara a vivere la scrittura come una parte di te, come uno strumento con cui poter tirare fuori il tuo mondo di parole ed emozioni.
E adesso, se ti va, condividi con noi i tuoi pensieri, magari svelandoci se e come riesci a conciliare l’anima artistica con l’anima del marketer!
Ottimo articolo, fondamentale, chiaro, stimolante, piacevole, illuminante!