Molte persone sognano di scrivere un libro, poche però lo fanno per davvero.
Al di là dell’importanza di avere un buon metodo, disciplina e costanza, spesso a interrompere il sogno è la mancanza di fiducia in se stessi, l’incapacità di riconoscere il proprio valore o di darlo alle nostre aspirazioni.
Uno scrittore di mia conoscenza mi disse una volta: “Il mio Dio è il dubbio”.
Dubitare era per lui qualcosa di fondamentale, quasi alla stregua di una musa, perchè lo spronava ogni volta a prendere la direzione giusta, ad andare fino in fondo, a porsi le domande essenziali.
Perché vuoi scrivere un romanzo?
Dietro al dubbio dunque si cela sempre qualcosa di più profondo, qualcosa che non necessariamente ha un’accezione negativa, anzi tutt’altro.
Nel romanzo Ľ uomo duplicato di José Saramago una voce che il protagonista chiama il “senso comune”, viene spesso a trovarlo e gli pone tutta una serie di domande sul significato delle sue azioni. Ed è proprio qui che troviamo il nocciolo della questione.
Hai due opzioni: rivoltolarti nello struggimento e andare vagando di strada in strada, di stanza in stanza, ripetendo frasi come Non sono capace, Non ho le qualità, Non sono nessuno, Non sono buono a nulla, Non è per me, e così via; oppure puoi interrogarti con sincerità, chiederti cosa si cela alla base del tuo desiderio di scrivere un romanzo.
È qualcosa che ti far star bene? Porta valore nella tua vita? E in quella degli altri? Lo fai per obbedire a un magico impeto che ti viene da dentro o perché credi che qualcuno se lo aspetti?
Insomma valuta la bontà, l’utilità e il senso dei tuoi desideri. E il consiglio è di farlo non solo per la scrittura ma per tutto ciò che concerne la vita.
Scrivere un romanzo: la paura di non farcela
Il dubbio è circondato da tanti amici e in particolare spesso si accompagna a braccetto con la paura. Il detto popolare “La paura fa 90”, sta a significare che sotto lo stimolo della paura si possono fare cose straordinarie, cose che non si farebbero in condizioni normali.
Ed è proprio così!
Anche in questo caso hai due opzioni: restare paralizzato per colpa della paura di non farcela oppure sfruttare questa paura come un motore per andare avanti, legna da gettare nel fuoco per far ardere ancora più alte le fiamme delle tue passioni.
Scrivere un romanzo: l’importanza di avere i piedi ben piantati a terra
Dopo questa meravigliosa iniezione di autostima, in cui ti ho spiegato che nulla è impossibile e che persino sentimenti apparentemente avversi come il dubbio e la paura possono trasformarsi nei tuoi migliori amici, è arrivato il momento di chiudere in bellezza: le favole non esistono, o meglio esistono quelle che scriviamo ovviamente, ma io mi riferivo al senso figurato dell’espressione.
Con questo non voglio smentire quello che ho detto sinora, semmai rafforzarlo, perché voglio semplicemente chiarire il fatto che scrivere è un processo. Non ci sono fate madrine, geni della lampada o gnomi affettuosi che dall’oggi al domani ti trasformeranno nel nuovo Fëdor Dostoevskij. Esiste solo il sudore della tua fronte, il confrontarsi costantemente con dubbi e paure, accettare le delusioni e i progetti andati male, rialzarsi e continuare senza arrendersi mai. Insomma, bisogna avere sempre i piedi ben piantati a terra.
E tu? Come affronti dubbi e paure? Qual è il tuo segreto per un’autostima a prova di bomba?
Grazie mille
Ottima idea , ben fatto bei consigli su tutto: dato che ho avuto molte fregature , ma ora occhi aperti .
Vi ringrazio molto di tutto ciò , molto importante per un scrittore emmergente.
Grazie .