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A cosa serve una sottotrama?

Le sottotrame sono definite “archi narrativi secondari” e svolgono essenzialmente tre funzioni fondamentali:

  • rinforzano il tema principale della storia
  • aggiungono complessità, tensione e dettagli all’intera vicenda
  • esplorano il carattere del protagonista

Se utilizzate in maniera adeguata, rappresentano una parte importantissima della storia, in grado di supportare e guidare la trama principale.

Non è obbligatorio che siano presenti all’interno del tuo romanzo, ma se ci sono, devono essere sviluppate bene. Vediamo come!

La differenza tra trama e sottotrama

Per comprendere pienamente la funzione specifica della sottotrama e riuscire a tracciarne le potenzialità, è importante definire il rapporto che esiste tra trama e sottotrama.

  • La trama rappresenta tutta quella serie di eventi che, a partire dall’incidente scatenante in poi, accadono al protagonista e con cui si trova a fare i conti.
  • La sottotrama rappresenta ciò su cui si struttura la trama, ovvero il mondo esteriore e interiore del protagonista, i suoi affetti e le sue relazioni (la famiglia, un amore, le amicizie, i colleghi di lavoro).

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Come costruire le sottotrame

Non esiste un solo modo di concepire e costruire le sottotrame, perché ciò dipende in larga parte dalla funzione che devono svolgere all’interno della storia.

Infatti:

  • La sottotrama può coinvolgere in prima persona il protagonista, oppure può coinvolgere dei personaggi secondari.
  • Può succedere che le cose che accadono nella sottotrama si riversino su quella principale influenzandone l’andamento, e viceversa.
  • Alle volte la sottotrama aggiunge elementi di background alla trama principale, senza però influire direttamente sul ritmo dell’azione.

Ciò che resta invariato è che vi è sempre una connessione a livello tematico tra trama e sottotrama. Il vero trucco per costruire una buona sottotrama, quindi, è quello di avere un chiaro obiettivo tematico.

Prendiamo in considerazione qualche esempio.

Il Signore degli anelli

Il tema principale de Il Signore degli Anelli, di J.R. R. Tolkien, è la perpetua lotta del bene contro il male.

Ecco allora che mentre Frodo lotta contro il male cercando di liberarsi dell’anello, anche i personaggi secondari sono chiamati a compiere la stessa battaglia.

E così il mago Gandalf lotta contro Sauron, passato alle forze oscure.

Legolas, Gimli e Aragorn si alleano per combattere contro gli orchi.

Boromir vive un conflitto interiore e per un attimo, alla fine del primo libro (e del primo film) cede alle forze del male.

L’uso della sottotrama per rinforzare il tema principale della storia qui è molto esplicito. Anche se protagonista e personaggi secondari si muovono su diversi paradigmi spazio-temporali, ciò che li accomuna è lo stesso obiettivo tematico: tutti lottano per far trionfare il bene sul male.

 

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

In Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, di J. K. Rowling, seguiamo le vicende di Hermione ─ personaggio secondario ─ che, per riuscire a seguire tutte le lezioni che si insegnano ad Hogwarts e rispettare le consegne dei compiti, usa un dispositivo per viaggiare nel tempo. Questa è una sottotrama ben sviluppata che diventa funzionale e necessaria all’interno dell’intera vicenda perché, in un secondo momento, il dispositivo per viaggiare nel tempo aiuterà il protagonista, cioè Harry Potter, a liberare due prigionieri accusati ingiustamente.

I personaggi secondari non devono necessariamente raggiungere l’obiettivo della trama, che spetta al protagonista, ma o lo aiutano a raggiungerlo o, viceversa, lo ostacolano.

Hornblower

Hornblower, di C.S. Forester, narra le avventure navali del capitano Hornblower durante le guerre napoleoniche. Forester avrebbe potuto raccontare esclusivamente una storia di avventura ma ha scelto di svelare particolari della vita intima del capitano, raccontandoci la sua vita domestica e di coppia. E così scopriamo dettagli sul suo matrimonio, gli sforzi compiuti per relazionarsi emotivamente con la moglie e il suo desiderio di provvedere alla famiglia. Questa sottotrama non fa avanzare la storia ma introduce dettagli e caratteristiche del protagonista che, altrimenti, rimarrebbero sepolti.

 

La struttura della sottotrama

Così come la trama di un romanzo segue una struttura in tre atti, anche la sottotrama ha un inizio, uno sviluppo e una fine, ovvero una struttura chiara e definita.

Come regola generale, è bene far corrispondere la struttura della sottotrama alla tripartizione classica, che comprende appunto primo, secondo e terzo atto, ma ciò non è obbligatorio. L’importante è intrecciare (senza ovviamente sovrapporre) il ritmo di trama e sottotrama, in modo da comporre un tessuto armonico in grado di far avanzare la storia, conferire spessore e profondità, rivelare le giuste informazioni al momento opportuno.

Adesso tocca a te!

In linea generale, la sottotrama non deve mai risultare separata dalla trama principale, altrimenti corre il rischio di risultare sconnessa, con nulla da aggiungere a quello che c’è già.

Ricorda, inoltre, che all’interno di una storia possono esserci più sottotrame, tutto sta nell’imparare a gestirle senza danneggiare la trama principale e senza creare confusione alla storia.

Quindi inizia ad allenarti!

Quando strutturi la tua sottotrama, verifica se:

  • la sottotrama svolge una funzione precisa all’interno della storia o, al contrario, se la sua integrazione risulta debole
  • trama e sottotrama hanno il giusto spazio, in modo da creare equilibrio e non sovrapposizione
  • la sottotrama risponde agli obiettivi tematici della tua storia

Perciò, rispondi a queste domande:

Quante sottotrame ho? Sono tutte ugualmente importanti o posso fare a meno di qualcuna?

La sottotrama che sto creando cosa aggiunge alla mia storia e in che modo dà più chiarezza al tema principale?

La mia sottotrama ha una struttura chiara e definita?

Rispondere con precisione a queste domande ti aiuterà a costruire un romanzo indimenticabile!

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