Regolamento
A partire dal giorno 1 maggio 2023 è aperto il secondo concorso per racconti di fantascienza della rivista Il Mulo con tema: “La Solitudine”
REGOLAMENTO- Il concorso è rivolto a racconti di fantascienza, inediti e in lingua italiana, che abbiano come tema: La solitudine
Lunghezza dell’elaborato: massimo 10.000 caratteri, spazi inclusi (ma siamo dotati di ampie vedute in merito alla lunghezza. Se è necessario abbondare di poco, non sarà un problema).- La partecipazione al concorso è gratuita.- Le opere devono essere spedite esclusivamente via e-mail, in formato word, all’indirizzo [email protected] entro il 31/08/2023.- Le opere saranno valutate a giudizio insindacabile e inappellabile della redazione della rivista Il Mulo.- Il risultato della selezione sarà pubblicato sul sito www.rivistailmulo.it e inviato via mail ai partecipanti entro tre mesi dalla scadenza del concorso.- I racconti selezionati saranno oggetto di editing, concordato e in collaborazione con l’autore, e pubblicati sul prossimo numero della rivista.- I diritti dei racconti rimarranno in possesso degli autori.- La Redazione selezionerà un racconto, tra i pubblicati, dal quale verrà tratta l’illustrazione di copertina della rivista. L’immagine, realizzata in modo originale per l’occasione, rimarrà a disposizione dell’Autore dell’opera selezionata.Scarica la locandina del concorso sul sito https://rivistailmulo.online/capitolo-4-secondo-concorso…/
Perché la Solitudine come tema del secondo numero?
Perché siamo soli, come è dimostrato nell’articolo che segue.
SOLITUDINE
Siamo soli.
Drammaticamente soli.
Non intendo noi singoli esseri umani, perché ognuno di noi ha un sistema di relazioni consolidato e in continuo aumento: parenti, amici, amanti, cani, gatti, un marito, un serpente. Certo, conosco qualche sociopatico che sarebbe meglio non avesse contatti con altri esseri umani, ma quelli sono casi a parte. Quello di cui parlo, in realtà, è dell’umanità in generale. La razza umana è sola. E mi spiego.
Viviamo attaccati alla crosta di un pianeta, all’interno di un strato atmosferico che, al più, è spesso una ventina di chilometri. Davvero molto poco se consideriamo le dimensioni della Terra. Come se la troposfera fosse spessa meno di mezzo millimetro attorno a un pallone da calcio. Noi, però, siamo appiccicati al suolo, attirati dalla massa terrestre e dunque, a ben vedere e nella maggior parte dei casi, viviamo entro due millesimi di millimetri dal pallone.
I pianeti del sistema solare non ospitano forme di vita. Attenzione, forse ne ospitano, ma non come intendiamo noi quando pensiamo a esseri senzienti extraterrestri. Nessuno, insomma, con il quale intavolare un discorso a cena.
Il sistema stellare più vicino dista da noi poco più di quattro anni luce. Un sistema triplo, forse con pianeti terrestri, forse no, forse con forme di vita, anche se allo stato attuale non sembrerebbe. Ipotizziamo, tuttavia, che uno di quei pianeti ospiti una forma di vita abbastanza evoluta da intraprendere una proficua discussione davanti a un bicchiere di vino (cosa che non si può fare con alcune delle persone che conosco e, spesso, nemmeno con me). Quanto impiegheremmo, con la tecnologia attuale, ad andare a farci visita?
Pensiamoci. L’omino di Alfa Centauri ci manda un invito, che impiega quattro anni a raggiungerci. Noi discutiamo con nostra moglie su come vestirci e cosa portare per cena, poi partiamo. Considerando che non potremo viaggiare alla velocità della luce (perché è impossibile, diciamolo chiaramente: diventeremmo pesantissimi, al limite dell’accettabile) ci impiegheremmo parecchio tempo. Calcolando, ad esempio, che la sonda Voyager 1 si muove a circa 60.000 km all’ora, per arrivare dai nostri nuovi amici impiegheremmo circa 75.000 anni. Un po’ tantino, se speravamo che ci tenessero la cena in caldo. Certo, la tecnologia migliora. E allora ipotizziamo di muovere una navetta a 1 milione di chilometri all’ora, magari sfruttando l’effetto fionda gravitazionale del sole (che ci farà
perdere del tempo, ma noi ce ne freghiamo). A questa nuova velocità arriveremmo in 4.000 anni. Molto meno, ma ancora un po’ tantino.
Di meglio si fa dura. E questi amici sono i più vicini; sempre che esistano, che abbiano coscienza di loro stessi, che ci si possa comunicare, che abbiano voglia di farlo, che non abbiano gli esseri umani come dieta.
Spingiamoci più oltre con il ragionamento.
Partiamo davvero dal presupposto che nell’universo esistano altre forme di vita (per quanto mi riguarda lo ritengo davvero molto probabile, visto il gran numero di possibilità), con tutti i presupposti di comunicabilità, tecnologia e, soprattutto, affabilità (non vorremmo di certo finire nei loro tripli stomaci). Saremmo davvero in grado di averci a che fare? Io non credo.
Come detto, la distanza è uno dei fattori impossibili da affrontare. Mettiamo che intercettassimo un segnale radio proveniente dal sistema Kepler-90 (sembra un sistema stellare simile al nostro, con pianeti terrestri interni e gassosi esterni): qualcuno ci saluta e ci invita a cena. Se, per assurdo, fossimo in grado di mandare le sole nostre coscienze alla velocità della luce per guardarci un film a casa di questi nuovi amici (di mangiare non se ne parla, perché non avremmo un corpo) impiegheremmo 2.500 anni. E di certo non saremmo sicuri di trovare ancora qualcuno. Perché il messaggio inviato da questi signori sarebbe partito 5.000 anni prima del nostro arrivo, e potrebbe essere successo di tutto.
In 5.000 anni, noi esseri umani siamo passati dall’Età del Rame a quella contemporanea. Che cosa potrebbe succederci nei prossimi 5.000? Come pensate sarà la Terra nel 7.000 dopo Cristo? Per come la stiamo trattando in questo momento, dubito che il sottile strato di decimi di millimetri attorno al pallone da calcio su cui siamo incollati sarà ancora in grado di tenerci in vita.
Dunque, continuiamo pure a immettere CO2 nell’atmosfera, innalziamo la temperatura, sfruttiamo le risorse del pianeta in modo indiscriminato, affolliamoci come mosche attorno a un cucchiaio sporco di miele. Al nostro pianeta non succederà niente. Ma a noi, esseri umani, mancherà l’aria da respirare, letteralmente. Solo quella abbiamo. Solo quella ci mantiene in vita.
E non c’è nessuno che possa venire a darci una mano, perché siamo soli.
Disperatamente soli.
Salve, sono una partecipante del vostro concorso e mi chiedevo se i nomi dei finalisti fossero già stati pubblicati da qualche parte. Ho controllato più volte sul sito, ma non ho trovato nulla.
Potreste dirmi se le selezioni sono ancora in corso, o se già sono stati avvisati i vincitori?
Grazie infinite in anticipo per l’attenzione.