La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

Come finire di scrivere il racconto nel cassetto?

Recentemente mi è capitato di assistere alla presentazione di un corso di storytelling. La prima cosa che l’insegnante ha fatto è stata affermare una scomoda verità: “Lo scrittore è pigro”. Mi sono sentita decisamente meno sola.

Procrastinare, lentezza, indecisione, lotte contro il tempo, affanni, ansie e totale assenza di volontà, non sono cose che riguardano esclusivamente quelle attività o situazioni che non ci piacciono, ma a volte possono avere a che fare anche con quelle che ci piacciono, come nel mio e sicuramente anche nel tuo caso, quando si tratta di scrivere, di finire quel racconto che ormai da troppo tempo dorme nel cassetto.   

Ora ti svelo un metodo semplice semplice per portare a termine il tuo racconto: portarlo a termine. Giuro che non ti sto prendendo in giro, semplicemente voglio che tu sappia che non esistono formule magiche. Quello che posso fare però è darti alcuni buoni consigli.

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Scrivere il racconto nel cassetto: torna all’origine

Quel racconto è chiuso nel fondo del tuo cassetto, nel file del pc, tra gli anfratti del comodino. E ti osserva. Silenziosamente, ma tenacemente, ogni giorno ti ricorda che non ce l’hai fatta, che è ancora là, che non hai portato a termine il tuo lavoro.

Hai idea del danno incredibile che stai causando alla tua autostima? Ma non sai che per essere scrittori bisogna coccolare e viziare il proprio ego come fosse un bambino indifeso?

Ora che lo sai e non hai più scuse, smettila dunque di tormentare la tua mente e prendi adesso una decisione: finire il racconto o consegnarlo al tritacarte (per usare un’immagine che dal punto di vista letterario è molto più efficace del semplice tasto “delete” sul pc).

Se hai optato per la seconda opzione fallo senza ripensamenti e volta pagina, una pagina bianca pronta ad accogliere un nuovo lavoro. Se invece hai deciso di portare a termine il tuo racconto allora cominciamo con un passo fondamentale: tornare a ciò che ti ha spinto a scriverlo.

Ci sarà stato un momento in cui avrai avuto l’ispirazione, ti sarai messo là e le tue dita avranno iniziato a battere furiosamente sui tasti. Torna a quel momento e fai di tutto per rievocarlo. Non ti limitare solo all’idea, ma ricostruisci il tuo stato d’animo, torna nel posto in cui ti trovavi, mangia lo stesso cibo, annusa gli stessi profumi. In questo modo potrai darti una nuova spinta, una spinta che possa traghettarti fino alla fine del percorso.

Scrivere il racconto nel cassetto: scegli un metodo

Ricordi i 3 facili consigli per scrivere un libro? Bene, probabilmente ricorderai anche l’importanza di avere una visione di insieme. Personaggi, trama, inizio e fine dovrebbero essere chiari nella tua mente sin dalla prima parola. Ma se così non fosse allora è probabile che il “blocco dello scrittore” sia dovuto proprio a una mancanza della visione d’insieme.

Sarà questo quindi il primo passo da fare per poter finire di scrivere il racconto nel cassetto: buttare giù la scaletta, il diagramma, la road map, o in qualunque altro modo preferisci chiamarla.

Da qui potrai estrapolare piccoli e chiari obiettivi che poi ovviamente dovrai calendarizzare, ovvero distribuire su un arco temporale da decidere a priori e che si conclude con la data precisa in cui hai deciso che finirai di scrivere il tuo racconto.

(Davvero credevi si trattasse solo di cucinarti una lasagna e respirare il profumo del parco???).

Ti è mai capitato di non riuscire a finire di scrivere un racconto? Cosa hai fatto per tirarti fuori dall’impasse?

  1. Fabio Venosini

    Buongiorno, in realtà credo che ogni scrittore, per ragioni diverse, finisca per avere alcuni racconti che finiscono nel cassetto in attesa di tempi migliori, spesso restando lì per tanto tempo. Nel mio di cassetto, ad esempio, ci sono un romanzo che ho iniziato a scrivere anni fa e che non ho più portato avanti, preso da altri lavori e dalla mancanza di voglia, un racconto breve per il quale mi manca un bel finale (quello che ho immaginato non mi soddisfa) e una raccolta di racconti che è rimasta alla prima stesura. Sono tutti lì dentro, che grattano contro le pareti interne per farsi sentire, ma io continuo ad ignorarli perché non ho ancora ciò che gli serve per diventare quello che vogliono essere. Preciso che nel frattempo ho scritto e pubblicato altre storie e che qualcuna ha anche ricevuto dei riconoscimenti, per cui in teoria dovrei sapere cosa fare, eppure quelle opere sono ancora lì dentro, che grattano…

    • Alessandra

      Ciao Fabio,
      sono perfettamente d’accordo con te: uno degli fattori fondamentali per tirare fuori quel racconto dal cassetto è senz’altro sentire che è arrivato il momento per farlo. Spesso però accade che pur sentendo intimamente che è arrivato il momento e pur desiderando davvero di rimetterci mano proprio non ci si riesce. Vuoi per mancanza di organizzazione, priorità, determinazione etc…
      Ecco spero che i miei consigli possano tornare d’aiuto a quest’ultima categoria di scrittori 🙂
      Grazie per le tue riflessioni e complimenti per le pubblicazioni, molto bella l’immagine delle opere che “grattano”.

  2. sara

    Circa 10 anni fa ho scritto una favola che è stata pubblicata con discreto successo. E’ stata anche adottata in diverse scuole come spunto per laboratori didattici inerenti al tema dell’ecologia.Ad ispirarmi sono stati i miei stessi piccoli allievi.Con loro inventavo i personaggi e le situazioni. Ho scritto anche altri racconti non pubblicati .Ora che sono in pensione e avrei più tempo da dedicare a questa mia passione mi sento bloccata, mi mancano gli stimoli che ricevevo dai miei bambini e sento come esaurita la mia fantasia. Qualcuno può aiutarmi?Grazie

  3. Alessandro

    Ciao sono Alessandro, io non riesco proprio a tenerli nel cassetto i miei racconti, al contrario non faccio altro che tentare di pubblicarli. Ho provato in tutti i modi, e qualche piccolo risultato l’ho ottenuto.
    Perché tenere un racconto nel cassetto, proprio non lo capisco. Se è una cosa che abbiamo scritto dobbiamo credere nella sua bellezza, e farlo conoscere al mondo. racconti impolverati nei cassetti? No grazie.
    Racconti esposti al pubblico? Si grazie.

  4. Anna Rampini

    Dopo anni di silenzi, sono tornata a scrivere, è stato come tornare a respirare. Ora voglio imparare a organizzare meglio il mio tempo, per riprendere i miei racconti lasciati in fondo a un cassetto da quasi vent’anni.

    • Alessandra Caputo

      Brava Anna,
      questo è il giusto spirito!
      Prenditi cura di questo desiderio e coltiva la costanza e la determinazione.
      Sul blog di concorsiletterari.net troverai molti altri articoli con utili consigli su come organizzare al meglio il tuo tempo e coltivare la tua passione per la scrittura.
      In bocca al lupo!

  5. Giancarla Giorgini

    “Devo iniziare, devo lasciare una traccia, devo….” E’ quello che mi ripeto ogni volta che il senso di colpa per non iniziare a scrivere ciò che ho in testa diventa quasi insopportabile. Perchè le idee rimangono tali, si sviluppano con l’immaginazione ma non le concretizzo fissandole sulla carta. E tutto diventa confusione! Non riesco a scrivere quello che i miei pensieri creano! Ma ce la farò!!! I consigli e i corsi mi stanno già aiutando a togliere un pò di nebbia dalla mente. Grazie

    • Alessandra Caputo

      Ciao Giancarla,
      sono sicura che ce la farai 🙂
      Prova anche solo con dieci minuti al giorno e poi man mano aumenta.
      Nella vita è tutta questione di allenamento!
      In bocca al lupo e facci sapere poi!

  6. bianca alleva

    Spesso non si riesce a finire un racconto perchè si è assorbiti dalle mille incombenze di tutti i giorni o perchè si perde fiducia nelle proprie capacità descrittive o perchè il racconto ha perso la magia iniziale o perchè, amandolo come un figlio, non lo si vuol veder andar via

    • Alessandra Caputo

      È proprio così Bianca, soprattutto l’ultimo motivo che hai indicato (non lo si vuole veder andare via), spesso per me è il deterrente più forte! Per uscirne fuori penso che se davvero amo la mia opera non posso lasciarla incompleta o non condividere la sua bellezza con il resto del mondo. Così mi rimbocco le maniche e faccio di tutto per finirla 🙂

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