La gioia di scrivere non è solo il titolo di una bellissima poesia Wisława Szymborska, ma anche quell’emozione che si dovrebbe provare ogni volta che si sta riempiendo di parole un foglio bianco.
Una buona organizzazione
Iniziare a scrivere ha a che fare innanzitutto con una buona organizzazione. Come prima cosa devi scegliere la penna e il tuo quaderno preferiti, dei colori che ami, piacevoli al tatto, monocromatici o colorati; oppure il pc, se ti viene più comodo, con tutti i programmi di scrittura, come Word, o Drive se usi Internet.
La postazione
In secondo luogo la postazione: mettiti in un posto comodo, che ti fa sentire al sicuro. Scrivere funziona proprio come quando leggi o hai bisogno di studiare e mandare giù le cose a memoria. Hai bisogno di separarti dal mondo esterno e tornarci solo quando tu ne hai voglia. Quindi, se puoi, prediligi un posticino silenzioso, basta anche un angolino piccolo piccolo, purché sia momentaneamente tuo.
Tu stesso
Infine, per iniziare a scrivere servi tu, tutto intero, con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Questo vuol dire che quaderno e postazione sono i tuoi strumenti, potremmo definirli “strumenti magici”, ma sei tu l’unico che ha il potere di utilizzarli, quindi di sporcarli, trasformarli, abbellirli, esplorarli. In poche parole, solo tu potrai renderli vivi.
Senza di te un quaderno, per quanto ben rilegato, rimarrebbe un quaderno e una penna, per quanto costosa e maneggevole, rimarrebbe una penna; così come un pc, una sedia, una poltroncina o un angolo di Paradiso. Sei tu che fai la differenza. Perché ti dico questo? Perché per iniziare a scrivere l’unica cosa che non serve è l’aspettativa di dover scrivere chissà che. E a volte l’idea di “rovinare” un quaderno, “sprecare” una penna, o ritrovarsi il pc pieno di fogli Word senza un titolo o una destinazione, rallentano il pensiero, lo bloccano e inibiscono. E via con le scuse, con le perdite di tempo, con la procrastinazione. Invece, per iniziare a scrivere devi sentirti libero di scrivere anche cose illeggibili.
Vai indietro nel tempo
Vai con la memoria indietro nel tempo: ricordi i tuoi primi passi? Probabilmente no, perché eri troppo piccolo, ma sono quasi sicura che il tuo primo passo non è paragonabile a quello appena compiuto. Da quel primo passo saranno passati pochi o tanti anni, ma se non avessi iniziato, se non fossi caduto, se non ti fossi mosso con incertezza, vacillando, aggrappandoti di qua e di là; se non avessi avuto la mano di tua mamma o del tuo papà, o di tuo nonno, zia, baby sitter, maestra, a sostenerti, insomma, a parte i se e i ma, forse c’è un motivo se da piccoli non abbiamo coscienza di tante cose. Forse, se avessimo avuto consapevolezza delle nostre azioni, avremmo dato retta a quella vocina interiore un po’ ansiosa, quella che spesso ci dice che “non ce la farai mai” e che “non ne vale la pena”. E invece siamo qui, camminiamo, corriamo, ci arrampichiamo, saltiamo, nuotiamo. Solo perché abbiamo fatto quel primo passo.
Stessa cosa vale per la scrittura. Certo, potrai ribattere che camminare è naturale, più facile, normale! Be’, anche la scrittura lo è, tant’è che praticamente scriviamo dall’inizio dei tempi, dai graffiti sui muri ai tablet. Ci può essere chi è più o meno portato per la scrittura, di conseguenza potrà allenare il suo talento in altre discipline. Ma se tu sei qui, oggi, e stai leggendo queste parole, è perché vuoi scrivere.
Comincia adesso
Quindi basta scuse, inizia a fare il primo passo. Accetta di poter sbagliare, scrivere cose orribili, cancellare, riscrivere e migliorare. Accetta che un domani, riguardando a quel tuo primo tentativo di scrittura, potresti trovarlo patetico. Accetta di aver bisogno di un aiuto, un consiglio o suggerimento. Accetta di non essere perfetto.
Solo così puoi iniziare a scrivere.
Davvero.
Il mio primo passo? A sette anni (2015), una storia di due pagine scritte in stampato maiuscolo alto da 1cm a 3.5 cm… con tanto di titolo colorato, illustrazione sulla copertina e firma in un corsivo da seconda elementare alla fine. Fa strano rileggerla oggi, a quasi tredici anni, dopo aver vinto un Concorso Letterario Internazionale e aver fatto numerosi corsi di scrittura creativa…
Tra l’altro fu l’unica storia che scrissi a mano: dopo aver compiuto otto anni passai già al più professionale computer
E chissà… tra qualche anno magari mi verrà da ridere quando leggerò i racconti che sto scrivendo in questi mesi e di cui vado tanto fiera.
Ma alla fine è giusto così… perché quasi mi commuovo quando penso a quella bambina di sette anni, che fece leggere ai suoi genitori la sua prima storia. Quella bambina che ancora non sapeva che scrivere era il suo sogno… il suo futuro. Quella bambina oggi è diventata una ragazza, e domani diventerà una donna. E forse ripenserò sorridente ai miei primi tentativi, ai miei primi errori… alle mie prime storie che mi faranno diventare quello che voglio essere. Perché i sogni non si realizzano da soli, e io, il mio, lo sto già facendo diventare realtà.