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Come scrivere un romanzo: la guida definitiva

Scrivere un romanzo: una parola. Tre, per essere precisi.

Ci siamo chiesti se fosse possibile stilare una specie di scaletta per chi si sta cimentando nell’eroica impresa di scrivere un romanzo. Eccola.

 

1 → Scegli l’idea alla base del romanzo

In quanto scrittori, scriviamo. Tanto.
Ma ancora di più, adoriamo pensare a nuove scene, personaggi, colpi di scena.

Passiamo le giornate ad entusiasmarci per l’ennesima idea che ci è venuta in mente, ma scrivere un romanzo vuol dire metterne al centro una sola: ecco perché non possiamo “semplicemente” scegliere un’idea che ci piace. “Piacere” può farci arrivare a pagina 50; tu stai gareggiando per arrivare fino in fondo, per scrivere il tuo primo romanzo per intero.
Per capire qual è l’idea giusta, impara ad ascoltarti. Osserva le persone attorno a te. Cerca di capire cosa ti colpisce, cosa smuove le tue emozioni. Cosa non ti fa dormire la notte.

Ogni volta che ne avrai l’occasione, chiediti: potrebbe essere questa l’idea per un romanzo? Come in tutte le storie d’amore, non dire subito di sì. Aspetta che l’amore cresca. Che l’ossessione cresca.

Dovrai scartare molte delle idee che arriveranno.

Aspetta ancora.

Quando arriverà quella giusta, lo saprai.

Fai una lista delle dieci esperienze più importanti della tua vita, sia negative che positive. Una nascita, una perdita, un matrimonio, una fuga.
Dieci è un numero arbitrario: potrebbero essere il doppio o la metà, dipende molto da te. Sottolinea quelle che ti hanno fatto crescere di più e dalle quali hai imparato qualche lezione di vita. Non per forza devi voler scrivere di te stesso, ma la lezione che un particolare avvenimento della tua vita ti ha insegnato potrebbe essere il tema del tuo nuovo romanzo.

Questo brano è tratto da:

>> Vai alla scheda del libro <<

 

2 →  Dai al protagonista un obiettivo

Adesso che sai cosa scrivere nel tuo romanzo, dovrai decidere chi è il protagonista della tua storia.
Ecco perché voglio presentarti Ugo.
Ugo ha trent’anni. Ha fatto dei lavori in passato, ma niente che lo abbia interessato. Ha avuto alcune ragazze, ma di alcune non si ricorda nemmeno il nome. Si alza la mattina tardi, fa un po’ di videogiochi, torna a dormire.
Ecco: se stiamo cercando di creare un protagonista interessante, questo non è Ugo.
Tutto cambia però nel momento in cui decidiamo che Ugo vuole qualcosa. La vuole al punto tale che farebbe di tutto pur di ottenerla.
Forse Ugo vorrebbe una vita avventurosa.

Magari vuole diventare un campione di Surf.

Forse vuole trovare l’amore della sua vita o, al contrario, qualcuna da cambiare ogni settimana. O qualcuno.

Forse niente di tutto questo: ha bisogno di fare il cammino di Santiago a piedi per capire cosa vuole davvero nella vita.

Qualunque sia l’obiettivo che hai deciso per lui, la storia che stai scrivendo parlerà proprio di questo e scatenerai nel lettore la domanda che sta alla base di ogni buona storia «Riuscirà Ugo a raggiungere l’obiettivo?».

Volere qualcosa è l’unico modo che hai per rendere il protagonista interessante e renderlo vivo, realistico e tridimensionale. Del resto, tutti noi vogliamo qualcosa. Ecco perché finiamo col dichiarare il nostro amore a qualcuno, o a trasferirci in una nuova città, o a leggere un libro sul blocco dello scrittore.

Ogni azione, dialogo e pensiero del tuo protagonista dovrebbero essere rivolti verso il suo obiettivo; ma non dovrebbe essere così facile raggiungerlo, altrimenti non ci sarebbe una storia.

Se sei indeciso, scrivi gli obiettivi che il tuo protagonista potrebbe volere. Immagina che tipo di storia potrebbe generare ciascuno di essi e scarta quelle che ti piacciono di meno.

 

3 → Inserisci degli ostacoli

Le sorprese, per il nostro caro Ugo, non sono finite.
In una storia non basta che ci sia un obiettivo; esso va accompagnato con un’altra parolina magica: il conflitto.
Se l’obiettivo serve a cominciare un romanzo, il conflitto serve a farlo sopravvivere fino alla fine. A non fare annoiare a morte il tuo lettore.
Il conflitto potrebbe arrivare da un elemento esterno: il povero Ugo vorrebbe diventare un campione da surf, ma non ha i soldi per trasferirsi nelle Hawaii, dove i migliori surfisti si allenano.
Potrebbe essere un problema interno al protagonista: Ugo vuole incontrare l’amore, ma è molto impacciato con le donne.
Potrebbe derivare da un altro personaggio: Ugo vorrebbe andare via dal paesino in cui si trova, ma la mamma lo vorrebbe con sé. Magari perché il papà è morto improvvisamente l’anno scorso.
Insomma, qualunque esso sia, il conflitto deve prendere un punto debole del protagonista: del suo carattere, della sua vita privata o dell’ambiente che lo circonda, e battere continuamente su questo, mettendolo alla prova. Perché “deve”? Perché solo quando siamo messi alle strette siamo costretti a fare una cosa: cambiare. E ogni singolo romanzo che esista in commercio è prima di tutto una storia di cambiamento.
Insomma, senza un conflitto il nostro protagonista non è spronato a superare i suoi limiti, non si confronta, non cresce, non fa alcun percorso di vita e, dunque, produce un racconto che non vale la pena di essere narrato. E sì, questo vale anche per le nostre vite private: ma questa è un’altra storia.

Fai una lista dei maggiori eventi negativi che hanno colpito la tua vita o quella di chi ti sta vicino. Una morte, una malattia, una ferita (psicologica o fisica) inflitta a te, a qualche tuo familiare, parente, amico. Scegli una delle voci e scrivi i tuoi pensieri su quell’episodio della tua vita.

 

4 → Scegli il tema della tua storia

Se è vero che ogni romanzo è formato da un obiettivo da raggiungere e un conflitto da risolvere, come si fa a scegliere quelli giusti? C’è una sola risposta a questa domanda, che è: scegliendo il tema della tua storia.

Ma cos’è il “tema”? Esso è una vera e propria “lezione di vita”, un “messaggio universale” che vuoi lanciare al lettore. Faccio subito qualche esempio.

La storia di Misery non deve morire sembra essere quella di un uomo che rimane imprigionato in uno chalet di montagna con una pazza, ma il tema su cui l’autore vuole (farci) riflettere è come uno scrittore sia riuscito a scrivere il suo miglior romanzo in seguito a uno dei traumi peggiori della sua vita e di come, più in generale, anche dai momenti peggiori possa nascere qualcosa di buono. Il tema quindi abita in una dimensione più alta rispetto alla storia, più astratta: diventa una “lezione universale” che può essere applicata anche alla vita di chi guarda il film o di chi legge e questo rende la storia molto più coinvolgente, perché ci fa riflettere sulla nostra vita.

E sì, lo so, potresti dirmi: «Ma aspetta un momento, io non ho alcuna intenzione di scrivere una lezione di vita!».

Posso capire il tuo disappunto.

Ma la verità è che se hai sentito l’urgenza di scrivere, è molto, molto probabile che – in maniera inconscia o meno – tu abbia un messaggio da lasciare a qualcuno. E quel qualcuno, il più delle volte, potrebbe essere – pausa di suspense – persino te stesso.

Quando stai per scrivere una nuova storia, chiediti: «Qual è la domanda a cui sto cercando di rispondere in questo momento della mia vita?». È probabile che la risposta sia il motivo per cui hai deciso di scrivere qualcosa. È anche probabile che sia l’origine di molti grattacapi, ma questa è un’altra storia. Forse è una questione politica a non farti dormire la notte, o sociale. O forse è un problema personale che ti affligge. Qualunque esso sia, è possibile che, in maniera conscia o meno, la storia che stai scrivendo stia parlando proprio di questo.

 

5 → Definisci una struttura narrativa

Sì, lo so, quella della struttura narrativa è una guerra di religione da cui voglio stare alla larga in questo libro. Ma la verità è che, se hai definito obiettivo, conflitto e tema, la struttura narrativa del tuo romanzo è ormai pronta. Essa non deve per forza essere così intricata: quello che ci basta sapere è che nel primo atto il tuo protagonista capirà cosa vuole, nel secondo lotterà per averlo, nel terzo riuscirà (o no) a raggiungerlo. Fine.

Ci sarebbe davvero molto altro su questo argomento (e infatti ho scritto un libro apposta) ma in questo momento non serve sapere niente di più.

Molti accusano la struttura narrativa di boicottare la creatività di un autore e di rendere i romanzi tutti uguali l’uno all’altro. Se questo fosse vero, Il re leone, La bella e la bestia, Dumbo, Coco e tutti gli altri successi della Disney avrebbero dovuto essere dei fiaschi. Ma, al di là di questo, il punto è che una struttura narrativa serve proprio a raggiungere l’obiettivo per cui stai leggendo questo articolo: scrivere un romanzo.

 

6 → Sviluppa le schede personaggio

Trama e personaggio non sono poi così diversi. In effetti, in molti modi, sono la stessa cosa. Le caratteristiche dei tuoi personaggi guideranno la trama e il tema della tua storia, le loro mosse, i loro i desideri e le difficoltà che incontreranno.
Ciò che i tuoi personaggi sono si intreccia con l’intera storia.
Le schede personaggio ti aiutano a mettere a fuoco i tuoi personaggi, caratterizzandoli in modo “tridimensionale”, proprio come se avessi a che fare con esseri umani in carne e ossa.
Creare la scheda personaggio può sembrare un lavoro lungo e faticoso e non ti nascondo che lo è; e infatti ne abbiamo creata una apposta per te qui. ma mettere nero su bianco le loro caratteristiche ti aiuterà a rendere la trama verosimile.
Come scrivere una buona scheda personaggio? Ce ne sono molte che puoi scaricare online; anche nel nostro sito ne puoi trovare una.

La scheda personaggio è una comoda risorsa che ti aiuterà sotto diversi aspetti durante il processo di scrittura. Raccogli tutte le tue schede e consultale ogni volta che ti senti bloccato.

 

7 → Scrivi una prima bozza da schifo

Ciò che per molti autori è il primo passo quando decidono di scrivere un romanzo, per noi è “solo” il settimo.

E, come sai già, il tuo obiettivo non è quello di scrivere davvero il tuo romanzo. No, no, qui serve qualcosa che sia ancora più alla tua portata. Una prima bozza. Di quelle che piacciono a noi: di quelle che fanno schifo.

Scrivere una prima bozza da schifo richiede una certa disciplina: l’obiettivo è quello di scrivere il più possibile, persino delle parti di cui sei già consapevole che verranno tagliate.

Sia chiaro, non puoi limitarti a scrivere frasi che nulla hanno a che fare con la storia che vuoi raccontare.
Al contrario, devono racchiudere i concetti e le idee di cui vorresti scrivere. Solo che lo raccontano male.
Come dice l’autore Rachel Aaron:

«Parti quando sai dove comincia la tua storia e dove finisce. Scrivi tutto quello che sai, dopodiché riempi i buchi.»

Una volta finita la prima bozza, dovresti aver buttato giù i tre elementi fondamentali della tua storia: i personaggi, la trama e il tema. Finché non avrai ben chiaro in mente questi tre elementi, la tua storia non potrà dirsi conclusa.

 

→ Passo n. 8: Goditi una pausa di relax

Prima di tutto: congratulazioni! Sei riuscito a finire la prima bozza del tuo primo romanzo. La maggior parte degli aspiranti scrittori che ci hanno provato, hanno fallito. Ma non tu.

Tu sei una persona che ha ufficialmente scritto un romanzo. Sì, ok, è ancora la prima bozza, ma il più è fatto. Nessuno potrà mai portarti via questo merito.

Cosa dovresti fare adesso? Be’, i romanzi sono come il vino: hanno bisogno di invecchiare all’interno di una metaforica botte, lontano da sguardi indiscreti, per il tempo che serve.

Ecco perché, quando finisci la tua prima bozza, dovresti metterla da parte. Ti dico già che non sarà facile. L’eccitazione di aver completato la prima bozza ti darà una grande iniezione di fiducia sulle tue capacità e per poco non sarai tentato di puntare alla pubblicazione o cominciare a scrivere subito un nuovo romanzo.

Prenditi un periodo di riposo.

È il momento di ricaricare l’energia creativa: non solo te lo meriti, ma hai bisogno di un periodo distante dalla tua opera, così da avere la mente più chiara quando dovrai correggerla.

Vai, divertiti, fai qualcosa di eccitante, di fisico, di eccezionale. Dopodiché, una volta tornato da questa euforia, sarà il momento di tornare al duro lavoro. Perché, lo sapevamo già, è il momento di correggere una prima bozza che fa schifo.

 

→ Passo n. 9: Revisiona la prima bozza del tuo romanzo

Ecco come funziona una revisione di un romanzo: lo dovrai leggere. Da capo.

Sembra semplice: non lo è.

Non è semplice rileggere la prima bozza di ciò che hai scritto, perché dovrai farlo lentamente, in modo critico, ignorando il fatto che tu conosca già la maggior parte delle scene a memoria.

Mentre leggi la storia ti verrà automatico correggere i refusi: errori di battitura o di grammatica. Allontana il più possibile la tentazione di correggere immediatamente le modifiche strutturali. Questi elementi sono troppo importanti per poter essere modificati a cuor leggero. Inoltre, una loro modifica avrebbe delle conseguenze su molte altre parti del romanzo. Ecco perché è più efficace creare un elenco di tutte le cose che non ti convincono: snodi narrativi, arco di trasformazione del personaggio, concatenazione degli eventi. Solo una volta che avrai un quadro completo di tutte le cose che non vanno potrai decidere come e dove intervenire.

Modifica per prima gli eventi più grandi: scegliere se aggiungere o meno un personaggio secondario, cambiare un punto di svolta o il climax. Questi sono alcuni esempi di elementi che possono cambiare moltissime altre scene collegate. È inutile spendere del tempo su un dialogo, se poi arriverai alla conclusione di tagliare per intero quel capitolo.
Solo una volta sistemata la struttura del tuo romanzo potrai occuparti di ciò che di solito è la parte più facile dell’intero processo: revisionare il tuo stile di scrittura.
Una volta portato a termine tutte le modifiche, avrai finito di revisionare il tuo libro. E se a questo punto stai pensando di aver finito il lavoro… be’, ti stai sbagliando di grosso.

Un trucco che può aiutarti per rileggere il tuo romanzo in modo più distaccato, è quello di far finta di essere un tuo amico o un tuo parente. Immagina le sue reazioni durante la lettura e cerca di leggere attraverso i suoi occhi.

 

→ Passo n. 10: Trova un  aiuto esterno

Arriverà un momento prima o poi in cui il processo di auto-revisione non produrrà più alcun tipo di beneficio.

Aver prima scritto, letto e riletto decine di volte la tua opera ti ha portato ormai a un livello di saturazione. Ci sono parti che ormai odi anche solo guardare, anche se sai che esse contengono dei punti irrisolti su cui sai che dovresti lavorare.

Ecco perché è il momento di cercare un aiuto altrove e puoi farlo in tre modi molto diversi. Analizziamoli insieme.

Chiedi a un amico
La cosa più semplice ed economica che puoi fare è quella di chiedere assistenza a un amico o ad un parente. Quando scrivevo racconti all’età di 14 anni, mia mamma era la mia instancabile editor personale.

Ma fa’ attenzione: amici e parenti non sono famosi per la loro obiettività e potrebbero non avere le competenze necessarie per darti dei buoni consigli. Potrebbero finire per auto-convincersi di amare il tuo romanzo, anche se non è così. Per di più, se il loro genere preferito è per esempio il thriller, ma tu stai scrivendo un romanzo rosa, potresti ricevere un giudizio che non rappresenta quello del tuo lettore medio. Insomma, è di sicuro il metodo più veloce per ricevere un aiuto, ma di certo anche quello meno professionale e obiettivo.

Fatti aiutare da un editor
Ci sono centinaia di editor lì fuori pronti a lavorare sul tuo romanzo in modo da poterlo rendere pronto per essere lanciato nel mondo dell’editoria, e anche noi offriamo questo tipo di servizio. Il vantaggio di lavorare con un editor è quello di condensare in un tempo tutto sommato ristretto (parliamo di qualche mese di lavoro) un lavoro focalizzato sul mettere in sesto il tuo romanzo. Si tratta di un tipo di lavoro da non sottovalutare, perché sarai comunque tu, e non l’editor, a dover scrivere. Esattamente come quando sei seguito in palestra da un istruttore professionista. Dunque il mio consiglio è quello di prendere questa strada solo se sei veramente motivato ad avere la “versione migliore possibile” del tuo romanzo, a costo di lavorarci duramente. Un altro elemento che devi considerare è la spesa economica: lavorare con un editor costa, dunque devi valutare attentamente se è un tipo di investimento che puoi fare.

Crea un gruppo di lettura
Con questa soluzione crei un gruppo di persone che ti conoscono, anche se non sono così coinvolte emotivamente quanto un parente o un amico. Potrebbero far parte del tuo gruppo di lettura oppure potrebbe trattarsi dei partecipanti che hai incontrato in un corso di scrittura. Potresti aver creato col tempo un piccolo gruppo di persone che seguono il tuo blog o il tuo profilo sui social.
Questa soluzione, di solito economica se non del tutto gratuita, è decisamente la più difficile da organizzare, ma anche molto potente. Infatti, non solo ottieni dei feedback sinceri e competenti, ma puoi creare una relazione duratura con uno zoccolo duro di quelli che saranno i tuoi lettori. In questo modo premi la loro fedeltà con la possibilità di leggere prima di tutti ciò che hai scritto.

 

→ Passo n. 11: Capisci quando  è tempo di dire la parola “fine”

Alessandra Perotti, editor e ghostwriter, mi ha raccontato durante una videointervista come un suo cliente continuava a voler fare editing sul proprio romanzo e che la cosa stava diventando un lavoro senza fine.

Quello che infatti può succedere è che rimaniamo talmente attaccati alla nostra “creatura”, che diventa difficile separarsene.

Ma come fare a capire se è arrivato il momento di dire la parola “fine”? A un certo punto, dopo tanti cicli di revisione, smetterai di avere nuove idee. A un certo punto, rileggendo il tuo romanzo, farai solo delle piccole modifiche insignificanti.
Quando penso di aver finito un libro, lo rileggo velocemente da capo a fondo. Se le uniche cose che trovo sono delle virgole da spostare, delle parole da cambiare, degli accapo da eliminare: vuol dire che è pronto.

→ Passo n. 11: Capisci quando  è tempo di dire la parola “fine”

Ebbene sì, ora sai come scrivere un romanzo! Certo, un conto è leggere un articolo come questo, un altro è farlo davvero. Ecco perché abbiamo creato il nostro corso online per scrivere un romanzo.

Mi auguro che questo articolo ti aiuti a trovare l’ispirazione giusta per scrivere il tuo romanzo. Ti va di raccontarci la tua esperienza nei commenti?

  1. GioLau

    Fantastici come sempre… vi adoro. Grazie per tutto.

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