Sono passati 20 giorni da quando l’Italia è in quarantena e per me che vivo a Milano in realtà sarebbero almeno una decina di più, e quando tutto questo è successo devo ammettere che non ha cambiato per nulla la mia vita lavorativa dato che sono circa 6 anni che lavoro da casa. E quando ho saputo che l’italia era in quarantena da totale ingenuo ho pensato: avendo più tempo, ci sarà più gente che vuole scrivere e quindi più gente che partecipa ai concorsi letterari, no? Beh, no.
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Gli aspetti psicologici della quarantena
Avevo sottovalutato gli aspetti psicologici che può causare una quarantena come questa, perché per moltissimi c’è stato un cambio così radicale delle proprie abitudini, oltre magari a vedere il proprio lavoro interrompersi per i più svariati motivi, che questo ha destabilizzato tutti. Ricevo email di di chi non sa come gestire il proprio lavoro con i figli piccoli in casa, oppure di chi mi ha scritto essere sempre di cattivo umore e di non riuscire a seguire i nostri corsi di scrittura, oppure di chi dice di non essere abituato a gestire tutto questo tempo libero, e la creatività è come una fidanzata crudele, che sparisce proprio nel momento in cui avresti molto più tempo del solito per scrivere.
Eppure, mentre tutto questo ci fa rimanere fermi ai blocchi di partenza, quello che possiamo fare è sforzarci per mettere noi stessi nelle condizioni di risvegliare la nostra creatività.
I concorsi sulla vita ai tempi del coronavirus
Stanno cominciando ad arrivare i primi concorsi che hanno come tema proprio la vita ai tempi del coronavirus e tra le iniziative ti volevo segnalare questo sito che si chiama https://storieinquarantena.it, non è in realtà un concorso, ma puoi inviare qualunque testo scritto su come stai vivendo questi giorni, così da vederlo pubblicato sul sito, tral’altro se ne conosci di altri simili ti invito a segnalarmeli e sarò felice di dargli visibilità.
E una cosa che dobbiamo sempre ricordarci è che dovremmo tornare a scrivere proprio perché siamo sempre di cattivo umore, o perché siamo diventati insonni o perché abitiamo in un monolocale di 20 metri quadri e le nostre giornate sembrano tutte una uguale all’altra. E sì, Anche in questo caso, anche se siamo costretti a guardare sempre le solite quattro mura in cui viviamo, non dobbiamo cadere nell’errore che non ci siano storie da raccontare, perché le storie invece ci sono, e non ce ne sono mai state come in questo periodo.
Adoro per esempio le storie di zerocalcare quando racconta di quanto sia difficile rimanere in casa, e le vignette umoristiche che leo ortolani ogni pomeriggio si diverte a condividere su Facebook.
Le storie di chi vive in quarantena
Ma ci sono anche altre storie e per farmi un’idea ne ho letto qualcuna sfogliando proprio il sito che ti avevo menzionato.
C’è la storia di chi vorrebbe che questa pandemia non finisse mai, perché una volta usciti dalla quarantena sa che verrà portato in prigione.
C’è chi stava per cominciare una storia d’amore giusto qualche giorno prima della quarantena e chi invece ne aveva una clandestina da anni e adesso non può fare altro che aspettare in silenzio, senza sapere cosa sta facendo l’altro.
C’è chi è rimasto bloccato dall’altra parte del mondo e sta cercando in ogni modo di tornare, chi aspetta il primo volo e dorme in aeroporto, chi invece ha deciso a questo punto di rimanere in villaggio a Bali dove a stento c’è l’elettricità e forse, chissà, di rimanere lì una volta che finirà tutto.
C’è chi come me non potrà tornare dai suoi genitori a Pasqua, chi spera che la propria nonna non muoia proprio in questo momento e chi invece l’ha persa senza poterla nemmeno salutare per l’ultima volta.
È il momento di tornare a scrivere
Siamo circondati da storie e abbiamo bisogno di scriverle, di lasciarle andare su un pezzo di carta, perché a volte con la scusa che c’è sempre qualcos’altro di più urgente da fare, i bambini da accudire, l’email di lavoro da mandare, o semplicemente la rabbia che ci toglie ogni parola che abbiamo in corpo, finiamo col cadere nell’errore di rimandare così tante volte il momento dedicato allo scrivere la nostra storia, che quando abbiamo il tempo per farlo ce ne siamo ormai dimenticati.
Non è stato facile, in questo periodo tragico “Rimanere a casa”, comunque il silenzio dei pensieri, delle emozioni di immagini molto forti, di notizie, mi ha portata a realizzare un libretto di 50 pagine, una raccolta inedita di poesie , riflessioni e immagini a colori, frutto di foto scattate al balcone, tra i miei fiori e nella mia zona periferica di campagna. Sto partecipando a concorsi, chissà…Questi sono i miei frutti della “Quarantena”…Tina Giordano.