La lettura non permette di camminare, ma permette di respirare

Esempi di incipit: ecco perché questi funzionano

“E così, non appena sveglio, scopro che l’altra parte del letto è fredda.”

Hunger Games di Suzanne Collins

“Quando si svegliava in mezzo ai boschi, nel buio e nel freddo della notte, allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto.”

La strada di Cormac McCarthy

“Mi sono ammazzata. Lo so che dovrei scrivere ho tentato di ammazzarmi, ma è inesatto. Io nella sostanza sono morta.”

Lacci, Domenico Starnone

“No, è troppo rischioso, ho chiuso con ste stronzate.”

Pulp Fiction, scritto e diretto da Quentin Tarantino

“Un tempo gli assassini li impiccavano a Four Turnings. Ora non più.”

Mia cugina Rachele, Daphne du Maurier

“Gregorio Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.”

La metamorfosi, Franz Kafka

“Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio.”

Cent’anni di solitudine, di Gabriel García Márquez

“Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so.”

Lo straniero, di Albert Camus

 

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Cos’hanno di speciale questi incipit?

Pongono un interrogativo.

Chi dormiva accanto al protagonista e ha lasciato il letto? Come può un morto ammettere di essere stato ammazzato? Chi veniva impiccato al Four Turnings e perché ora non accade più? Chi è Gregorio Samsa e come ha fatto a trasformarsi in un insetto? Come puoi notare mancano tantissime informazioni al lettore per capire cosa stia veramente succedendo; ma sono abbastanza per farsi una domanda precisa che lo spinga a continuare la lettura.

Parlano di persone.

Sappiamo che il lettore si affeziona ai personaggi, ecco perché gli inizi analizzati parlano di persone. Spesso introducono direttamente il protagonista della storia. L’inizio di Lacci, ad esempio, fa intendere chiaramente che il racconto ha per protagonista una coppia di persone. Così come l’apertura straordinaria di Cent’anni di solitudine fa intuire il tema cardine del romanzo: il racconto delle vicende di sette generazioni della famiglia Buendìa.

Stabiliscono l’ambientazione.

Insieme al protagonista, non può mancare qualche dettaglio sul luogo in cui ci troviamo. Un letto, anche se non sappiamo di quale appartamento; un bosco, anche se non sappiamo quanto sia grande; una locanda, anche se non sappiamo quanto lontano dalla città; il Four Turnings, anche se non sappiamo se sia un paesino e in che epoca avviene il racconto.

Cominciano con una dichiarazione.

L’esca in Mia cugina Rachele e in Pulp Fiction inizia con una dichiarazione secca. Mentre in Lo straniero la tragica dichiarazione non ha una coordinata temporale precisa. Alcuni autori credono che si tratti di una tecnica non più in voga, ma è comunque usata ancora in qualche romanzo. Il trucco per renderla efficace sta nel fatto che anche una dichiarazione deve spingere il lettore a farsi una domanda. “Il cielo è blu” è senz’altro una dichiarazione, ma di certo non fa accendere tante domande nella nostra testa. Ma se invece inizi con “No, troppo rischioso.”, il pubblico si chiederà: “Troppo rischioso cosa?”

E tu? Qual è il tuo più bell’incipit? Scrivilo nei commenti!

  1. Pamela stola

    Quale tipo di incipit riconosci nel racconto

  2. Maki

    Non dovevo muovermi, non dovevo respirare. Dovevo essere tutto tranne che ancora vivo. L’odore di carne in putrefazione dei corpi della mia gente fra cui mi ero nascosta stava impregnando i miei vestiti, forse persino la mia pelle. Ormai non sentivo più urla disperate e di dolore da un po’ di tempo, forse un’ora: ero talmente sconvolta che l’unico pensiero che avevo era quello di sopravvivere, almeno io dovevo riuscire a scappare da quell’inferno.

  3. Sara Elia

    19 Febbraio 1512
    Era ormai troppo tempo che i Francesi ci stavano piegando al loro volere, sapevamo che da un momento all’altro sarebbe arrivata l’ artiglieria pesante. Quella notte il Generale Gaston De Foix-Nemours decise di porre fine alla scomodità che i Bresciani stavano recando con la loro per lui insulsa volontà di riscatto, e NOI eravamo pronti.
    Una notte indimenticabile che trascina con sé domande, su domande, un incontro fuori dall’ ordinario giungerà sino ai tempi nostri.

  4. GioLau

    Condivido con voi l’icipit di un mio racconto, con il quale ho vinto il primo concorso letterario a cui ho partecipato nella sezione junior. Per chi volesse potete trovare la storia completa a questo link: https://premiostellina.com/wp-content/uploads/2021/02/junior-2020.pdf?fbclid=IwAR2C_J5MykOxD45NHLSbDJKsSnItKNOEI2fKW7eXOStwcXnJrXtzdhnTkn4

    “C’era solo buio, semplicemente buio. Non vedevo niente a parte il nulla, sempre che si possa
    considerare qualcosa. Sotto di me c’era il vuoto, sopra anche. Ed ero sola. Completamente sola. Non riuscivo a parlare, come se le mie labbra si fossero incollate, quindi oltre al buio c’era anche il
    silenzio, un silenzio terribile, che non faceva altro che ricordarmi che con me non c’era nessuno.
    Tutti mi avevano abbandonata, era un dato di fatto. Faceva male.”
    “La mia vita in otto giorni + 1/4” Giorgia Lauria

    • Carmela Bertone

      Son un’insegnate e l’ho usato come incipit per un’esercitazione per dei ragazzi di seconda di un liceo artistico. Potrei avere il testo intero? Nel link non si apre. Grazie e Complimenti! E’ efficace.
      Carmela Bertone

  5. Susanna Albertini

    Sono il paziente MORTO numero 2999.
    Se ci fosse il mio amico Andrea qui con me mi prenderebbe in giro per non essere riuscito ad essere il numero 3000. 2999, che numero cretino.

    • GioLau

      Racconto fantastico, che, con poche parole riesce a dire tutto quello che non sempre riusciamo a comunicare… complimenti!

  6. licia tumminello

    Il mio incipit:
    Il padre non abbandona il figlio e questi segue la via tracciata dal padre. Principio di famiglia.
    Se fosse stato più cauto, da figlio non avrebbe abbandonato suo padre, e da padre non avrebbe
    lasciato sua figlia.
    Non era stato l’unico, né il primo. Da tempo i legami erano incrinati.
    Chi era stato il primo anello storto della catena?

  7. Loredana Marconi

    Altrove.
    Vorrei stare altrove.
    Non mi sopporto in questo momento.
    Guardo il mondo da una prospettiva rovesciata, ora come ora, ed è meglio partire prima che parta la testa. Ho bisogno di vento per sentire la vita. E di pace.

  8. Giuseppe De Micheli

    Il 29 marzo del 1944 gli alleati bombardarono Milano, per la prima volta in pieno giorno, e, per la prima volta, il professor Carlo De Bernardi scese nel rifugio.

  9. giovanna urbani

    Il mio incipit:
    Era il mese di novembre. Urbino era avvolta da un manto di freddo e di pioggia.
    -Giovanna Urbani-
    Mal d’Urbino (Mamma Editore).

  10. Maria Cristina Carboni

    Il mio incipit:
    “ Ciao ” disse Olga sottovoce, entrando nella stanza.
    ( Maria Cristina Carboni –
    Le lacrime di Pietro –
    Marco del Bucchia Editore)

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