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Liberi nell'arte APS

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Arsoli, P.le della Stazione 10
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ASSOCIAZIONE LIBERI NELL’ARTE Il Villino Morani di Arsoli (Rm), appartenuto all’artista Alessandro Morani (1859-1941) e alla moglie Lili Helbig (1868-1954), si presenta quale ideale luogo di memoria del milieu culturale animante la Roma post-unitaria, e in particolare della Società artistica indipendente In Arte Libertas, emblematica manifestazione della temperie simbolista della Capitale. Parallelamente coinvolto nell’impresa illustrativa della dannunziana Isaotta Guttadauro, nel febbraio 1886 il manipolo di artisti - Nino Costa, Vincenzo Cabianca, Onorato Carlandi, Enrico Coleman, Mario De Maria, Alessandro Morani e Alfredo Ricci - decide di opporsi all’ufficialità espositiva organizzando una piccola mostra autonoma e costituendo una Società, con il proposito di «amare l’arte ciascuno a suo modo», come recita il primo articolo dello Statuto, e ampliare la consapevolezza estetica del mondo critico-artistico romano, esponendo per la prima volta in Italia opere di personalità come Dante Gabriel Rossetti e Edward Burne Jones. Nel serrato dibattito di fine Ottocento in merito alla legittimità di un impegno critico da parte dell’artista, e quindi di definizione del ruolo del medesimo nella moderna società, gli artisti del Sodalizio sostengono che se il vero implica un’osservazione diretta del reale, la rivelazione della Verità necessita di contemplazione, di un ‘sentire’ comune alla sfera musicale e poetica. Non frammenti d’impressione o ideali composizioni accademiche, ma piccoli poemi della natura, secondo una disposizione affine a quel naturalismo spiritualistico felicemente definito da Huysman nel romanzo Là-bas. Ma l’accusa mossa alla modernità è di aver dimenticato o rinnegato la voce dell’anima così come sapevano ascoltarla un Bellini o un Botticelli, cui bisogna necessariamente volgersi per ricordare, imparare di nuovo ad amare e, dunque, a essere liberi. Solo in tal modo la natura può realmente rivivere nello spirito dell’artista, palesarsi in tutta la propria ‘deità’ come senza tensione, perché non corrotti dal tempo, riuscivano a percepirla gli artisti del passato. È il principio di un’utopica rivoluzione nel solco della tradizione, di un sogno neorinascimentale che nella pittura di paesaggio, intesa quale specchio dell’anima, individua il veicolo espressivo prediletto. Delineare correttamente la fisionomia collettiva di un simile impegno critico rende pertanto necessario chiarire la fisionomia individuale e ruolo di ogni artista all’interno delle dinamiche societarie. Artisti più o meno indagati singolarmente dagli studiosi, dal noto Giulio Aristide Sartorio ai pressoché dimenticati Alfredo Ricci e Alessandro Morani. In virtù di ciò, l’Associazione Liberi nell’Arte si propone di serbare la memoria di questi preziosi artisti e dei loro insegnamenti, attraverso visite, seminari, tavole rotonde, mostre, con particolare attenzione ad un vicendevole scambio tra teoria e pratica, affinché i giovani artisti abbiano modo di creare e sperimentare negli stessi luoghi in cui operarono Alessandro Morani e i suoi colleghi.

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