Giovanni Mancinone, Giulia Nebbia e Maurizio Venturino sono i vincitori del concorso storico-letterario Parole Chiave promosso dal Comune di Polesella. In villa Morosini, Giovanni Mancinone con Molise criminale (Rubettino) si è aggiudicato il primo posto della sezione saggistica, seguito da Andrea Rossi (Giuseppe D’Ettoris e figli editori) con La fine di tutto e Franco Macocco (Aracne) con L’ultima imperatrice dei francesi e il bel diplomatico italiano. A premiare Giovanni Mancinone, giornalista Rai e firma de L’Unità, Paese Sera, Il Tempo, il sindaco Leonardo Raito che, assieme allo scrittore Massimo Carlotto, ha valutato le opere in concorso.
Giulia Nebbia ha vinto la sezione editi con il thriller London blood (edizioni Sem), seguita da Marco Baggio con Nove colpi (edizioni Robin) e Massimo Zona, autore de Il restauratore di libri (Lello Lucignano editore). Le opere edite sono state valutate dallo scrittore Gianluca Morozzi e premiate dal vicesindaco Consuelo Pavani.
Tra i manoscritti inediti, si è imposto Maurizio Venturino che, come premio, ha vinto la pubblicazione dell’opera Confesso a cura della casa editrice BookTribu, seguito da Michela Pini con Invece di una lettera e Astrid Scaffo che ha proposto Petrarca scriveva con la destra. Maurizio Venturino è stato premiato da Emilio Alessandro Manzotti, editore di BookTribu.
“Un’importante iniziativa culturale di promozione sia per la saggistica storica, sia per narrativa – ha detto il sindaco Leonardo Raito -, in concorso vi erano opere di qualità, espressione di autori ed editori nazionali di rilievo. Daremo sicuramente seguito al concorso per la cui premiazione abbiamo scelto villa Morosini che si conferma il polo culturale del Polesine”.
Il concorso si è svolto in collaborazione con l’associazione Soffitte in piazza e un gruppo di lettori forti coordinati da Annalisa Fuso a cui è stata affidata la valutazione dei manoscritti inediti.
Le motivazioni della giuria sezione saggistica storica
MOLISE CRIMINALE di Giovanni Mancinone. Un’affascinante ricostruzione, tra saggio e racconto giornalistico, delle oscure trame che hanno caratterizzato il Molise, regione d’Italia talvolta tralasciata dalla grande letteratura ma che qui viene riscoperta in modo coinvolgente nei suoi tratti più misteriosi.
LA FINE DI TUTTO di Andrea Rossi. Un agile ma documentato saggio che spiega nel dettaglio le ultime settimane della seconda guerra mondiale, anticipandone i successivi riflessi e consentendo un orientamento chiaro sul vario e complesso mondo dei collaborazionismi.
L’ULTIMA IMPERATRICE DEI FRANCESI E IL BEL DIPLOMATICO ITALIANO di Franco Macocco. Una appassionante e documentata ricostruzione di come i rapporti umani possano incidere sulla diplomazia internazionale. Un’opera che offre la doverosa riscoperta della figura dell’ambasciatore Costantino Nigra.
Le motivazioni della giuria sezione editi
LONDON BLOOD di Giulia Nebbia (Sem). Il romanzo trascina il lettore in un mondo adrenalinico e costellato di azione, colpi di scena e sentimenti. La scrittura rimanda ai maestri americani o inglesi: c’è ben poco di italiano in questa vicenda, fin dall’ambientazione londinese. La protagonista, Gillan, emerge con prepotenza dalle pagine, tanto da far sperare di ritrovarla in qualche romanzo successivo. L’antagonista è assai ben tratteggiato e le fa da perfetto contraltare. E poi ci sono dei passaggi padre-figlia che ben bilanciano i momenti dedicati alla pura azione.
NOVE COLPI di Marco Baggio (Robin). Sono due i protagonisti principali di questo romanzo: il commissario Rossato, che deve indagare su un mistero inspiegabile. La città di Padova, sfondo assolutamente credibile per una vicenda noir come questa. E una pistola, la Beretta con la quale gli omicidi vengono compiuti. Il mix di elementi è perfetto, e il lettore non può che seguire il dipanarsi del mistero fino alla sua soluzione. La scrittura aderisce con solidità all’impianto della trama.
IL RESTAURATORE DI LIBRI di Massimo Zona (Lello Lucignano editore). Questo romanzo fonde tra loro caratteristiche irresistibili e affascinanti: il restauratore di libri del titolo. Un detective, una pergamena che contiene un testo vergato nella lingua di Gesù, una bibliotecaria, un diario, un grande numero di misteri. La scrittura tiene il lettore con gli occhi ben fermi sulla pagina, fino alla risoluzione di questa appassionante vicenda.
Le motivazioni della giuria sezione inediti
CONFESSO di Maurizio Venturino, primo classificato. Costruito su un buon ritmo narrativo, la sintassi è chiara e fluida, non c’è ridondanza di vocaboli, l’utilizzo di aggettivi, avverbi e figure retoriche è appropriato, i luoghi sono ben descritti e anche le atmosfere, che riflettono gli stati d’animo. Il romanzo ha una buona capacità di stimolare riflessioni sulla guerra, sul suicidio, sulla vita e sui valori familiari. Particolarmente apprezzata dai lettori, una caratteristica del bandito: la facoltà (perduta) di leggere l’animo delle persone. Il romanzo scava nella psiche umana e ci mostra come anche una persona qualunque può arrivare a compiere azioni efferate.
INVECE DI UNA LETTERA di Michela Pini, seconda classificata. I dialoghi sono ben costruiti e le scelte lessicali coerenti con il contesto e con lo stile selezionati dall’autore. Molto interessante la tecnica di scrittura mediante i tarocchi. Il romanzo ha una buona capacità di emozionare, suscitando speranza, commozione, indignazione, ammirazione ed empatia. Questo romanzo porta a diverse riflessioni sulle relazioni che si creano nel contesto familiare e sociale: in particolare, l’amore delle madri che, per proteggere i loro figli, sacrificano anche sé stesse; il legame tra fratelli che si crea anche senza la quotidianità; la volontà dell’uomo di imporsi sulla donna.
PETRARCA SCRIVEVA CON LA DESTRA di Astrid Scaffo, terza classificata. Per l’originalità della storia di cui si apprezza l’importante lavoro di studio e documentazione svolto dall’autrice. È stata valutata positivamente, in particolar modo, l’attività precisa e appassionata di ricerca storico‑letteraria, oltre alla valorizzazione del territorio di Arquà Petrarca. Di questo romanzo, i lettori hanno apprezzato l’idea di base, cioè scrivere qualcosa di diverso sul Petrarca, ritenuta un’intuizione brillante, che conferisce originalità e spendibilità alla storia.