Lo sguardo di Jan Wagner sulle cose
Considerato tra i massimi autori europei odierni, il poeta tedesco si muove in un territorio iridato, crepitante di koala, more di gelso,recinzioni, tazze
di Alberto Fraccacreta
16 ottobre 2023
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Jan Wagner è un poeta tedesco legato strenuamente alla linea oggettivista della letteratura contemporanea. Classe ’71, traduttore di classici americani e inglesi, ha edito nel nostro paese due antologie assai interessanti, Variazioni sul barile dell’acqua piovana (Einaudi, 2019) e Autoritratto con sciame d’api (Bompiani, 2022), entrambe tradotte da Federico Italiano. Considerato tra i massimi autori europei odierni, Wagner si muove in un territorio iridato, crepitante di koala, more di gelso, palline da tennis, carline, recinzioni, tazze.
Una poesia descrittiva e ironica
Una poesia descrittiva e ironica (sempre in caratteri minuscoli), sospesa tra Larkin e Auden. Ecco Saggio sulle zanzare, esemplare in tal senso: «come se d’un tratto tutte le lettere / si fossero staccate dal giornale / e stessero come sciame nell’aria; // stanno come sciame nell’aria, / senza dare neanche una cattiva notizia, / muse precarie, scheletrici pegasi, // bisbigliano solo tra sé e sé; fatte / dell’ultimo filo di fumo, quando / la candela si spegne». Recentemente Wagner ha ricevuto il Premio “Città di Pescara – Sinestetica 2023”.
«Il momento felice – spiega il poeta originario di Amburgo, residente a Berlino – è il mio ultimo libro: una raccolta di prose scritte in varie occasioni, comprese alcune lezioni di poesia su autori come Dylan Thomas, Inger Christensen ed Eugenio Montale, studi di poeti molto ammirati come Keats (sepolto, ovviamente, a Roma), discorsi di ringraziamento e di lode. Il titolo dell’opera è dedicato alla fotografia e all’attrazione che essa esercita su un buon numero di scrittori».
I testi di Wagner, come anticipato, sono popolati da oggetti e animali: si avverte una sorta di passione per il non umano. «Ma mi affretto ad aggiungere che nelle mie poesie compaiono anche esseri umani (inclusi personaggi storici, possibili o impossibili membri della famiglia e ovviamente l’io lirico, quella maschera parlante in continua evoluzione). È vero, però, che mi diverto a prendere spesso come punto di partenza piante, animali e oggetti inanimati quali una sega, una bustina di tè, lenzuola o un bicchiere di latte. La mia sensazione è che, se ti concentri abbastanza a lungo sull’oggetto in questione, se ti lasci guidare dalle tue osservazioni e dal linguaggio che da esse si sviluppa, questa passione per il non umano prima o poi produrrà una visione sorprendente del nostro tutto. Persino delle passioni umane in senso stretto, forse ancor più che affrontandole in modo diretto…».
«Poeta dello sguardo»
Wagner è stato definito dalla critica un «poeta dello sguardo»: capace, cioè, di produrre una visione “umile” della realtà circostante, annodandola di rivelazioni ed epifanie. «Mi piace guardare le cose – prosegue – fino a quando una nuova prospettiva (se sono fortunato) diventa visibile. E credo che tra le bellezze della letteratura questa sia una delle più grandi: se una poesia ha successo, può cambiare il lettore (e il punto di vista dello scrittore) su un determinato oggetto, una parola, un tema e sé stesso per sempre e, quindi, aggiungere un altro aspetto al mondo, renderlo più ricco, possibilmente anche producendo un effetto calmante».Come per tutti gli attuali autori mitteleuropei, la sua poesia è stata in qualche modo inspirata da Hans Magnus Enzensberger, scomparso nel novembre 2022. «È difficile non essere influenzati da Enzensberger e impossibile non ammirarlo come poeta, pensatore critico, innovatore. Ho letto da vicino la poesia di Enzensberger quando ho iniziato a scrivere, meravigliandomi dell’arguzia, dell’audacia, della vastità degli argomenti, e posso vedere chiaramente come e dove ho imparato da lui. Va aggiunto che Enzensberger è servito da modello con i suoi risultati monumentali come antologista e anche come traduttore. Parlando di altri punti di riferimento, tuttavia, sono stato ispirato dai poeti di lingua inglese, britannici e americani; i nomi includerebbero Dylan Thomas, W.H. Auden, Wallace Stevens, Elizabeth Bishop, Ted Hughes e Seamus Heaney…».