L’universo poetico italiano oggi è ricco e variegato e spesso gli addetti ai lavori si chiedono quale sia il destino della Poesia e se sia ancora possibile fare Poesia in un tempo dominato da scienza e tecnologia, assordato da mille frastuoni che invadono l’ambiente e travalicano i confini. Perché dunque nasce il Premio letterario “Vitulivaria”, dedicato alla memoria di Gerardo Teni? Molti si chiederanno il motivo e altri, spinti da legittima curiosità, si domanderanno chi sia questo signore che si accompagna ad un concorso che ha superato ormai sette edizioni e si appresta a vivere l’ottava. Vorrei potervi spiegare, eludendo per un momento la voce del cuore, chi e cosa rappresenti per me questa persona; un uomo forte, onesto, sensibile, dotato di una rara nobiltà d’animo e sempre pronto ad offrire aiuto e conforto in ogni occasione. A questo si aggiunga la particolare capacità di essere un ottimo padre, esemplare, come pochi. Aveva un amore sviscerato e profondo per la sua terra natia e, nonostante sia vissuto in Lombardia per diversi anni, mi raccontava di sognare sovente le stradine del suo paese, diventate più belle e soleggiate in virtù del potere immaginifico del ricordo. Da piccola, mi narrava le tradizioni della piccola comunità del suo Salento e impreziosiva il racconto con l’accenno di alcune melodie d’opera che sussurrava sottovoce quasi a mo’ di nenia. Le campagne addobbate a festa a primavera, cariche di alberi contorti dalle forme umane che scorrevano nei suoi occhi nostalgici e la profondità del suo mare cristallino che lambiva con gli occhi dell’anima erano il contorno di una vita che trascorreva nella magica terra salentina. Sin dal titolo attribuito al Premio “Vitulivaria” si può cogliere, quindi, l’intenzione di raccontare le peculiarità di una terra, che io definirei sui generis, sia per le caratteristiche morfologiche che per quelle antropologiche. Accarezzata dal vento e popolata da ulivi secolari, generosa e nello stesso tempo amara per essere stata a lungo sottoposta ad attacchi di popoli diversi, operosa ma anche impoverita da emigrazioni massive verso un lavoro “garantito e sicuro”, la terra salentina ha vissuto una sua storia, parallelamente alla storia dell’Italia, anche se non ha perso mai la propria dignità e onestà, elementi distintivi della gente che vive in questo luogo, desiderosa di pace e, nello stesso tempo, inquieta come il vento che spira sui due mari. Terra con una connotazione privilegiata resta il Salento, un territorio di frontiera e di transito, crocevia di Oriente ed Europa, luogo di traffici culturali e commerci, ma anche luogo essenzialmente poetico, di silenzio, di luce, di malinconia, di memoria, di “vigne di uve nere” e di “ulivi nel vento”, di torri, di chiese e di ninfee. Un Salento che si racconta con gli occhi, che parla di sé e del suo passato; che non è una città ma una costellazione di piccoli mondi pullulanti di vita e di storia che, dopo secoli di oblio e di silenzio, escono dal loro torpore. Il Premio “Vitulivaria” deve quindi il suo nome agli elementi che caratterizzano il territorio salentino. Per questo Premio, inoltre, è stato ideato e realizzato dall’artista leccese Mario Miccoli un bellissimo logo, molto originale che coglie perfettamente l’intreccio tra viti, ulivi e aria mediterranea, in uno stile di spiccata arditezza e peculiare cromatismo. Mario Miccoli ha utilizzato tecniche in un continuo gioco multiforme di innovazioni, dando vita ad un’opera che rappresenta pienamente l’essenza degli elementi salentini nell’estrosa armonia di giochi cromatici che aspirano quasi ad una dimensione favolistica, lasciando un’impronta esclusiva dell’identità del Premio. Per raccontare brevemente il cammino del Premio Vitulivaria dobbiamo risalire al 2011, anno in cui è nato e si è concretizzato. Nelle due edizioni del 2011 e 2013, si è voluto sottolineare il legame con il territorio inserendo delle sezioni a tema che avessero la funzione di rimarcare le peculiarità di una terra da sempre aperta allo scambio di culture diverse. Nella terza edizione del 2015 (il Premio ha una cadenza biennale), si è compiuto un ulteriore passo in avanti, inserendo una sezione dedicata alla narrativa e scegliendo una tematica che è al contempo filosofica ed introspettiva: “Il tempo: successione di momenti o dimensione dell’anima?”. Nel 2017, la quarta edizione, il tema del Premio è stato riservato alla musica: “La musica nel cuore” – la parola e la nota – linguaggio del cuore”. Nella quinta edizione, quella del 2019, il Sommo Poeta con “L’amor che move il sole e l’altre stelle” ha sostenuto la tematica antica dell’amore, nella sua accezione universale. Nel 2021, la sesta edizione ha sostenuto la tematica del ricordo: “Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo” (Giovanni Pascoli) ed ha introdotto la sezione dedicata ai libri editi di poesia, consentendo così agli autori di far conoscere più a fondo e in modo più completo il proprio universo interiore, rivelando chiaramente la bontà della scrittura, compiendo un ulteriore passo avanti nella struttura sostanziale del concorso. Il Premio, nella settima edizione del 2023, si arricchisce sempre di nuove opere, che volano da punti disparati della nostra bellissima penisola e che giungono nella terra salentina, una terra che accoglie e dona. Spicca la tematica che riguarda la bellezza, prendendo come segno rappresentativo una strofa di una poesia di Khalil Gibran: “La bellezza è l’eternità che si guarda allo specchio e noi siamo l’eternità e lo specchio”. Il Premio dimostra così, di anno in anno, di avere ormai una tradizione: serietà, passione per la scrittura e onestà tanto da giungere all’ottava edizione, questa che presentiamo che vedrà la conclusione nel 2025. Restano le due grandi novità con cui si è presentato nelle ultime edizioni e che riguardano soprattutto l’introduzione di una sezione D) dedicata a libri di poesia edita e l’apertura ai giovani UNDER 20 i quali potranno cimentarsi in tutti le sezioni. Come abbiamo avuto modo di spiegare in altri articoli, si è pensato ai libri editi per aprire un collegamento ancora più profondo con i poeti che, dopo la pubblicazione della loro opera, vedono la possibilità di allargare il loro pubblico. Ho voluto raccontare brevemente la genesi di questo Premio e le motivazioni, anche personali, che mi hanno convinta a dare vita a voci che non gridano, ma sussurrano nei versi e nelle parole la propria dimensione esistenziale.
Maria Rosaria Teni