“L’amor che move il sole e l’altre stelle.”
(Paradiso XXXIII, v. 145 Dante Alighieri)
Parlare del Premio letterario “Vitulivaria” – memorial Gerardo Teni è un’occasione sempre molto gradita e mi consente di raccontare come, nel corso degli anni e delle varie edizioni, effettivamente questo Premio abbia sempre accresciuto il suo valore e la sua specificità, attestandosi con vivezza nel panorama poetico e mettendo in evidenza “penne” di grande talento e passione nonché di sorprendente creatività. Il rapporto che si è man mano creato con i poeti e gli scrittori che hanno partecipato nelle quattro edizioni precedenti del Premio è stato straordinario e molti di essi continuano a seguire il percorso di Vitulivaria, inviando le loro opere e instaurando una rete di scambio culturale veramente entusiasmante. Considerato tutto questo e anche il numero crescente di partecipanti, provenienti da ogni parte della penisola, si è ritenuto dunque di voler proseguire nell’organizzazione di un’altra edizione di “Vitulivaria”, la quinta, malgrado gli inevitabili sforzi e le consuete contratture burocratiche. Nelle edizioni precedenti si è voluto sottolineare lo straordinario legame del Premio con il territorio, implicito nel latinismo del titolo “Vitulivaria”, inserendo delle sezioni a tema che avessero la funzione di rimarcare le peculiarità di una terra da sempre aperta allo scambio di culture diverse, ma presto la tematica si è allargata, prendendo in considerazione aspetti più prettamente personali e intimistici come la riflessione sul tempo, insieme filosofica ed introspettiva, o anche la funzione rilevante della musica con il tema : “La musica nel cuore” che tanti poeti ha sollecitato. Oggi, nella quinta edizione, il tema è invece affidato ad una mirabile citazione, di universale bellezza “L’amor che move il sole e l’altre stelle.” (Paradiso XXXIII, v. 145 Dante Alighieri), che rappresenta il culmine dell’esperienza trascendente di Dante e il vertice della sua poesia con la celebrazione della visione finale del creatore dell’universo. In questa scelta tematica, l’amore, quell’amore che è principio e anima dell’universo, quell’amore che muove il sole e le stelle, si eleva al di sopra di tutto per magnificare il senso della vita che, dopo l’estrema visione, si glorifica dell’appartenenza dell’essere umano, di ogni essere, al ritmo dell’universo. L’amore, dunque, in questa sede specifica del Premio, è visto in tutte le innumerevoli sfaccettature in cui si manifesta nella vita dell’uomo, dal senso della nascita, all’amicizia, all’affettività, al matrimonio, alla paternità e maternità e non ultimo al senso della natura. Non è facile parlare d’amore: banalità, contraddizioni, luoghi comuni, fraintendimenti sono trappole che spingono ad una mistificazione del concetto d’amore, che risulta infine, di difficile estrinsecazione. L’amore, partendo dalla prospettiva divina nell’improvvisa folgorazione di Dante, si lega strettamente con tutto ciò che è nell’universo, raggiungendo il microcosmo del vissuto quotidiano, confrontandosi con alcune delle manifestazioni intrinseche dell’uomo e si sostanzia delle stesse emozioni che fanno parte di ognuno di noi. Concludo questa mia riflessione, con l’augurio di un felice viaggio dunque, nel mondo della poesia e della scrittura, attraverso un’opera di scandaglio nel proprio Io per trarre da esso tutto ciò che è nascosto, tenendo sempre presente che la poesia vive in ognuno di noi e ci aiuta a “vivere”.
Maria Rosaria Teni