Iscriviti al nostro canale Youtube, è gratis!
Oggi voglio parlare di motivazione, di quella forza invisibile che ci spinge ad alzarci ogni mattina, a lottare contro gli ostacoli per raggiungere i nostri più arditi desideri.
E per farlo prendo in prestito una serie che è diventata famosa in tutto il mondo in pochissimo tempo: squid game. Cercherò di fare meno spoiler possibili per chi ancora non avesse visto questa serie, e mi limito ad analizzare ciò che accade nei primi due episodi.
Nella prima puntata abbiamo un protagonista, Seong Gi-hun, che ci viene mostrato nel suo mondo ordinario in quello che viene chiamato “momento caratterizzante”, ovvero un’azione che da sola rappresenta il mondo interiore di quel personaggio. E infatti lo vediamo giocare alle corse dei cavalli e perdere miseramente e se già questo non fosse abbastanza per inquadrare il personaggio, lo vediamo prima rubare dei soldi dal bancomat di sua madre e poi alle prese con dei brutti ceffi a cui deve dei soldi. Insomma, pronti via, non proprio una vita da star di hollywood.
E mentre accadono questi avvenimenti, mentre lo vedi minacciato con un coltello alla gola e con tutto quel sangue, non puoi non dirti: guarda questo poveraccio che deve fare per racimolare quattro soldi. Questa è la motivazione superficiale, quella che apparentemente guida le azioni del nostro protagonista.
Ma la verità è sempre più complessa dei nostri giudici o dei nostri pregiudizi. E questo lo scopriamo poco tempo dopo, durante l’evento scatenante, in poche parole il protagonista viene adescato da un apparente scommettitore che vuole giocare con lui in cambio di soldi. Seong Gi-hun accetta e perde, perde ripetutamente e siccome non può pagare la scommessa deve subire degli schiaffi in pubblico – questa è la moneta alternativa che i due hanno deciso di pagare in caso di sconfitta – e va avanti così, a farsi umiliare di fronte allo scommettitore e al pubblico che capita lì per caso, ma quando lui vince, perché a un certo punto vince, fa una cosa che non mi aspettavo. Anziché prendere i soldi della vincita per un attimo Seong Gi-hun si prepara a dare uno schiaffo, in pratica lui aveva totalmente dimenticato di giocare per dei soldi e in quel momento questo piccolo dettaglio rende questo personaggio immediatamente più interessante, perché la motivazione superficiale viene disattesa, non sono i soldi a muovere questo personaggio, che rappresenta il giocatore incallito per definizione. La verità è che questo genere di persone gioca per il gusto di giocare. Questa è la motivazione psicologica.
Ma neanche questo basta, per inventare dei personaggi veramente realistici, dobbiamo fare uno sforzo ulteriore, un passo ancora più nel profondo e chiederci: ma perché chi gioca a un diventa dipendente dal gioco al punto da dimenticare la vincita in palio. Sì, ok, perché il gioco ti dà adrenalina, va bene, ma perché prende certi individui al punto da renderli scorretti verso il prossimo, per esempio al punto da rubare il denaro alla propria madre, che di certo non se la passa nel lusso? La risposta a questa domanda è la motivazione profonda: cosa succederebbe se, per giocare al cosidetto gioco squid game, in cui chi vince ottiene una cifra che sistemerà lui e probabilmente qualche altra generazione per tutta la vita, cosa succederebbe se la posta in gioco sarebbe la vita stessa? E non solo quella di sé stessi, che è già una scelta difficile questa, ma cosa succede quando dobbiamo decidere sulla vita degli altri, di chi fino a quel momento riteniamo nostri amici? Quanto vale la nostra vita e di chi amiamo rispetto a partecipare a un gioco nella speranza di vincerlo e risolvere con il denaro – almeno apparentemente – tutti i problemi della nostra vita? Questa motivazione profonda è la domanda tematica a cui tutta la serie cerca di rispondere ed essendo una domanda complicata, anche la risposta sarà complicata e non può essere una risposta lapidaria, ma un insieme di intuizioni che cambieranno il protagonista, lo cambieranno al punto da renderlo irriconoscibile se lo confrontiamo con quello delle prime puntate.
Motivazione superficiale, psicologica, profonda.
Potremmo applicare questo giochetto anche alla nostra vita, rivolgendoci le stesse domande: perché facciamo quello che facciamo? sì, per soldi, va bene, ma perché abbiamo scelto proprio quel lavoro. o proprio quella città. o quel compagno o compagna di vita. E cosa saremmo disposti a fare o a perdere pur di raggiungere ciò che veramente desideriamo? Ecco, cominciamo come sempre ad analizzare qualche film e finiamo inesorabilmente a fare una seduta psicologica.
Siamo alle solite.
E tu, hai visto Squid Game? Cosa ne pensi?
È vero ci sono delle motivazioni profonde in alcune azioni che si fanno. Anche in una semplice nuotata al largo, per sentirci liberi, e per imitare qualcuno dei nostri avi a cui volevamo bene.Ma dopo che ci si accorge di quanto è rischioso, ti rendi conto che è meglio non rischiare! (Tratto dal mio libro STELLE CADENTI) .