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Storie Inaspettate IX Edizione CONCORSO NAZIONALE PER RACCONTI

raccontare, ricordare, comunicare

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  • Scadenza

    31 Gennaio 2025

  • Quota

    Gratis

  • Genere

    Narrativa

  • Categorie

    Inedito, Racconti, Tema libero

  • Testi

    15.000 caratteri

  • Premi

    Premi in denaro

  • Età

    Tutte le età

  • Luogo

    Roma, RM, Italia

  • Formato

    Solo digitale

Regolamento

                                                                                               

                                                                                            Le signorine Biagiotti 

                                                                                    (Un cameo dai ricordi di mia madre)

A rotta di collo, fra curve e contro curve, senza frenare mai.

“Madre mia aiutami… i freni non funzionano”

“ Ti prego, ti prego, fammi la grazia, non farmi morire ora”

Il cancello sulla curva era aperto, un attimo e si era ritrovata nel fieno appena arato del giardino dell’anziana contessa Ciano

“Oh Signore ti ringrazio…ma sono in ritardo…mi devo ricordare di fare un voto…speriamo che Don Franco non abbia già cominciato”

Mentre si affollava la mente di mezze parole, con il cuore in gola, ancora ansimante e sbandando…

giù di nuovo, a rotta di collo.  

Le consegne avvenivano nel retro della sagrestia. Tutte le mattine, verso le 6, poco prima della messa, don Franco metteva a disposizione i locali dove i portaordini della Buratti, di sopra Ponte a Moriano, si incontravano con quelli della Valenti, della piana. Poche parole, magari un biglietto, per dare indicazioni agli abitanti sulle azioni che sarebbero avvenute in giornata o per scambiarsi notizie sui movimenti delle truppe tedesche; la linea gotica era li a pochi passi, ancora ben presidiata nonostante l’arrivo degli americani a Lucca.

Incontri fulminanti, sul filo dei secondi; non erano ammessi ritardi

I repubblichini della zona, italiani assoldati per pochi spiccioli, si erano prestati a far da sentinelle e a denunciare al comando tedesco chiunque sostenesse i partigiani. Di rimando le azioni di sabotaggio erano continue: interruzione delle linee telefoniche, chiodi e vetri sulle strade di maggior transito, cartelli indicatori spostati, delatori scoperti e fucilati..

Una lotta corpo a corpo fra paesani che si frequentavano fino al giorno prima e che ora erano disposti a tradire per un pezzo di pane.

Nelle campagne di tutta la Garfagnana, a ridosso della linea, fino a Marlia e a Ponte a Moriano, la reazione era stata pressoché immediata con nuclei di resistenza forti di qualche moschetto e bomba a mano

Don Franco era stato fra i primi ad aderire alla resistenza.

Le parrocchie come la sua, piccole, sparse nella campagna, incassate fra granturco e noccioli, erano diventate postazioni per medicazioni di ogni genere, gestite dalle donne più mature, improvvisate infermiere e confidenti.

 A turno, giorno e notte, si alternavano al capezzale dei partigiani e dei civili feriti, un modo per essere vicine, per essere al corrente dei movimenti dei loro mariti, figli, parenti imboscati e non morire d’ ansia nell’attesa

E poi  c’erano le ragazze, quelle più giovani, non molte ma veloci e talvolta più intuitive.

Evy e Gilberta Biagiotti erano fra quelle.

Non che fossero state accettate subito, c’era qualche diffidenza perché la famiglia era nota in zona per le simpatie fasciste. A casa loro però si era installato il tribunale militare alleato, gestito da alti ufficiali americani. Avevano requisito il terzo piano della villa, e questa era una garanzia; lo stesso Generale dormiva lì a casa. Gli avevano allestito un piccolo appartamentino accanto all’ufficio e la sera scendeva a cena con la famiglia.

Evy era scappata di soppiatto da casa alle prime luci dell’alba, aveva una paura matta e si era messa d’accordo con Gilberta che avrebbe inventato una scusa fino a che non fosse tornata

Doveva assolutamente avvertire don Franco, la notizia era terribile o così le era sembrato. Dalla finestra della loro camera da letto, che dava sulla strada, era sembrato loro che qualcuno bisbigliasse in tedesco.

“ Verstecken…” Evy aveva inteso qualcosa di simile

Brevi rumori di passi leggermente di corsa che passavano radente il muro della casa. Sembrava volessero circondarla ma non si poteva distinguere nulla se non come un fruscio di foglie.

 “Com’è possibile che i tedeschi siano qui, ma non lo sanno che abbiamo gli americani in casa?” e poi, con un lampo di lucidità

 “ma quali americani? C’è solo il generale, un paio di soldati di guardia…forse è proprio questo l’obiettivo, attaccare il comando quando è ancora sguarnito “ Evy era assorta e confusa

Poi tutto fermo, all’improvviso più nulla, silenzio,  

“Cosa vorranno fare? lo diciamo alla mamma?” Gilberta aveva 15anni e se la stava facendo addosso dalla paura

“Adesso non vorrai mica metterti a piangere, vero?”

Giù a rotta di collo, ancora un paio di curve…

Alla parrocchia don Franco stava parlando con il Ramacciotti e il Tori.

Avevano saputo che pattuglie tedesche erano sparpagliate nei dintorni per azioni di sabotaggio.

Evy appena arrivata, buttò la bicicletta per terra, entrò trafelata e tutta d’un fiato, raccontò cosa aveva sentito, che li aveva visti strisciare lungo il muro sotto le sue finestre, che pensava avessero circondato la casa, che era uscita passando dal retro per non farsi vedere, sfidando anche le sgridate della madre se l’avesse scoperta.

Poi, ricordandosi che era caduta nel fieno della villa, farfugliò che per caso il cancello era aperto e che era viva per miracolo.

“Strano che non abbiano attaccato, la situazione era ideale..”

il Ramacciotti, pensando nervosamente al da farsi, lui che era comandante di una squadra e che di azioni di sabotaggio era un vero maestro

Il Tori impacciato come sempre davanti alle ragazze: “Grazie signorina…signorina è meglio che si medichi la ferita”

Poi, il Ramacciotti tornato  al presente “tutto bene in villa? Ci sono stati spari? L’accompagnamo, venga con noi…però, ha avuto un bel coraggio con i tedeschi in giro”

La situazione sarebbe potuta precipitare da un momento all’altro e bisognava dare l’allerta a tutte le squadre in  zona. In un attimo l’andirivieni di portaordini si fece frenetico, lì nella sagrestia e il telegrafo incandescente, coperto solo dalla voce di  don Franco che iniziava a dire messa

Il Ramacciotti e il Tori scortarono di gran fretta a casa Evy, preoccupata di ciò che l’avrebbe aspettata e già si immaginava la scena: sangue sul ginocchio, i vestiti sporcati dalla caduta e gli occhi della madre addosso che le avrebbero volentieri perforato lo stomaco e, invece, ricevette le congratulazioni del Generale.

Anche lui aveva sentito dei rumori ma dalla parte della villa Bernardini, dall’altra parte della strada.

Aveva subito allertato i suoi al campo e chiesto rinforzi al comando.

I tedeschi, effettivamente, si erano nascosti negli scantinati della villa, in quel momento disabitata, ma apparentemente non sembravano dare cenni di azione. Solo all’arrivo delle squadre partigiane cominciarono gli spari, mitragliate a ripetizione che si sentivano da casa

Le ragazze adesso seguivano con il naso incollato alla finestra della loro camera, così vicino non l’avevano mai vista un’azione di guerra. Certo, era pericoloso stare lì ma era più forte il bisogno di memorizzare tutto, di farsi un’idea …da che parte stare

L’azione alla fine andò in porto con l’aiuto di un carrarmato americano. Loro, i tedeschi erano una decina, armati fino ai denti, una delle tante pattuglie che organizzavano azioni di sabotaggio infiltrandosi nei boschi della zona con il compito di tirare in trappola i partigiani e di sguarnirne le postazioni.

Nessun ferito in quell’azione ma il Tori era stato preso. Sulla strada poi, approfittando di un punto solitario, era saltato addosso al soldato di scorta, ferendolo e disarmandolo. Questo episodio sarebbe diventato il suo pezzo forte: lo raccontava e lo riraccontava pieno di particolari eroici che gli valsero, poi, la sua bella medaglia al valore  

 “Dichiariamo aperta la seduta”

Il comandante Sante Buratti, era in piedi 

“Il comitato di liberazione Nazionale da lettura della relazione delle squadre d’azione partigiane nella zona di Ponte a Moriano…”

La sala era stipata, avrebbero letto gli encomi e consegnato le medaglie

Evy e Gilberta erano in prima fila. Dal momento dell’agguato si erano messe a disposizione come staffette ma in casa facevano finta di ignorarlo   

“…Trasporto d’armi, servizi di collegamento, venivano attuati da giovani donne: fra le prime, le signorine Evy e Gilberta Biagiotti. Pure le signorine Fratelli, Rossi, Gessj, Marcucci e Pacetti si sono distinte per il loro coraggio e sentimento del dovere…”

Poi la consegna della tessera di staffetta, poi la foto ricordo…

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    Avatar Susanna Bacci

    Bando pubblicato da

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